Comuni della Valle Argentina: l’acqua è un bene dell’umanità, non può essere oggetto di lucro

28 settembre 2009 | 12:03
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Comuni della Valle Argentina: l’acqua è un bene dell’umanità, non può essere oggetto di lucro

“Siamo preoccupati hanno detto il sindaco di Taggia Genduso e il sindaco di Terzorio Ferrari – esistono recenti decreti legge che sembrano andare verso la privatizzazione della gestione dei servizi idrici. Saranno le spa a gestire la fornitura”.

L’acqua è un bene primario, un diritto dell’uomo e non può essere oggetto di guadagno.
Si svolgerà dopodomani negli uffici della Provincia una riunione tra i Comuni della Provincia di Imperia per la definizione dello statuto dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale), un ente voluto da una legge regionale che prevede la costituzione di un unico organismo provinciale che si occupi della gestione dei servizi idrici e dello smaltimento dei rifiuti.

“Siamo preoccupati hanno detto il sindaco di Taggia Genduso e il sindaco di Terzorio Ferrari – esistono recenti decreti legge che sembrano andare verso la privatizzazione della gestione dei servizi idrici. Saranno società per azioni a gestire la fornitura dell’acqua, ma sappiamo che le Spa hanno fine di lucro e l’acqua quale bene prioritario non può essere erogata o meno in base a questo principio. Noi affermiamo due principi fondamentali: l’acqua è un bene comune che deve essere garantito a tutti l’acqua non può essere oggetto di business, niente fine di lucro quindi per i gestori. La costituzione degli ATO, così come prevista dalla Regione, impone che ogni provincia abbia un unico gestore: se questo sarà un soggetto privato ci troveremo nella spiacevole situazione di vedere una società che lavorerà per il suo tornaconto in regime di non concorrenza. Il monopolio, lo sappiamo, non giova ai cittadini, perché non da possibilità di scelta. I costi potranno lievitare senza che nessuno riesca a frenare la tendenza. E in caso di mancato guadagno, il servizio potrebbe essere sospeso. Ma è normale, le società devono operare in questo modo, è nella loro natura. Noi vogliamo che il gestore del servizio sia un soggetto pubblico, che possa anche valutare le situazioni e garantire il servizio anche quando non è conveniente, anche senza guadagni. Non è una battaglia politica, nel senso di partitica. Sono d’accordo amministrazioni comunali di diverso colore. Non siamo contro la Provincia o contro la Regione, siamo a favore dei cittadini”.

Questi principi sono già stati recepiti negli statuti di sette Comuni: Taggia, Terzorio, Vasia, Badalucco, Pompeiana e Montalto Ligure.

“Ci aspettiamo ora che gli altri Comuni della provincia ci seguano – proseguono Genduso e Ferrari – quest’estate comunque 54 Comuni della zona si sono già espressi dicendosi favorevoli ad adottare simili principi. Vogliamo anche proporre di poter creare delle sub-gestioni, probabilmente dei consorzi tra Comuni, perché la legge tra breve impedirà la creazione di Spa a capitale pubblico volte alla gestione di tale servizio; riteniamo che ogni zona abbia le sue peculiarità, quindi è poco sensato affidare ad un unico soggetto provinciale tutta la gestione del servizio idrico, non tenendo conto di tutte quelle situazioni particolari che si sono ormai consolidate nel corso del tempo. I Comuni della Valle Argentina, per esempio, si appoggiano a Secom, che è una Spa pubblica in grado di coordinare la depurazione delle acque, garantendo il servizio a tutti quei comuni che utilizzano il torrente Argentina. Nel futuro questa società “in house”, non potrà più esistere e verrà ritrasformata in un consorzio, come era alla sua origine.

“Dopodomani – concludono i sindaci – verrà redatto lo statuto ATO, vogliamo che queste considerazioni diventino la linea guida portante del nuovo organismo. Ne va del benessere di tutti”.