Infanzia

Un dizionario per capire il pianto dei bambini?

17 giugno 2009 | 07:43
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Un dizionario per capire il pianto dei bambini?

La ricercatrice Daniela Lenti Boerio ha condotto una ricerca identificando cento vagiti diversi prodotti dai bambini in diversi momenti della giornata e ha cercato di interpretarli.

I neogenitori che devono affrontare il pianto di un neonato prima o poi si chiederanno se non esista una formula magica per farlo smettere. Dopo aver tentato tutto o quasi, il livello di sopportazione tende a diminuire in maniera inversamente proporzionale alla durata del pianto. Ma c’è anche chi il pianto dei neonati lo ascolta volentieri, per lavoro e per passione, cercando di analizzarne le armonie musicali e scoprirne i significati espressivi.

E’ il caso della ricercatrice Daniela Lenti Boerio, docente di psicobiologia e psicologia fisiologica all’Università della Valle d’Aosta che si occupa da anni di psicobiologia del neonato umano e di pianti neonatali ne ha ascoltati e studiati a centinaia.

«La mia ricerca è iniziata nel ’92, all’ospedale S. Paolo di Milano – spiega- con un archivio di circa cento vagiti registrati in varie situazioni della giornata del neonato. In Valle d’Aosta abbiamo registrato il pianto e le lallazioni di dieci neonati nel loro ambiente, a casa. Il progetto è stata realizzato con finanziamenti del Fse (fondo sociale europeo) e dei Prin (progetti a rilevanza nazionale)».

Nelle prime settimane, con il pianto, il bambino esprime tutti gli stati d’animo.
A due settimane di età il pianto rappresenta circa il 97 per cento dei suoni emessi.
«Dal momento che il pianto del neonato possiede caratteristiche di tipo ritmico, melodico e timbrico, se ne possono considerare le caratteristiche anche da un punto di vista proto musicale.

Il pianto dei neonati è un suono non gradevole, disarmonico, ai limiti dell’avversione. «Questo spiega anche il perché il pianto rappresenti l’elemento scatenante dell’abuso sui minori, in genere da parte della madre – aggiunge Lenti Boerio- da un questionario somministrato ad alcune madri in Belgio è emerso che molte di loro avevano cercato di far smettere di piangere il loro bambino soffocandolo con il cuscino o schiaffeggiandolo».

Ogni singolo neonato piange in modo unico, utilizzando in modo privilegiato una combinazione personale dei parametri acustici.

«Prestando attenzione al ritmo, all’intensità e alle pause si può arrivare a distinguere rapidamente un pianto di fame, da uno di dolore, di stanchezza o di richiamo» assicura la docente che aggiunge: «Ad esempio nel pianto per stanchezza il bambino inizia a piagnucolare piano per poi intensificare il timbro, fino ad un pianto di forte spossatezza. Il pianto da fame invece è fatto di piccoli singhiozzi, simili a versetti o sospiri, accompagnati da un movimento delle labbra come per voler succhiare».

Si sa ancora molto poco su come le caratteristiche del pianto si modificano a mano a mano che i bimbi crescono.
«I risultati dimostrano comunque che non è affatto vero che i piccoli presi in braccio ogni volta che piangono crescano viziati e lamentosi – conclude la ricercatrice – anzi. Se nei primi tre mesi di vita si tiene spesso il neonato tra le braccia, lo si culla oppure lo si appoggia al petto dentro al marsupio, i pianti man mano diminuiranno di intensità e di durata; non diminuiranno, invece, se lo si lascerà piangere a lungo senza intervenire».

Se il pianto è ad intermittenza spesso il neonato piange per noia, mentre il pianto per un malessere è molto forte e vigoroso, dovuto spesso a piccole coliche, molto frequenti nei neonati.

Nel pianto per stanchezza il bambino inizia a piagnucolare piano per poi intensificare il timbro, fino ad un pianto più intenso di forte spossatezza.

I pianti di dolore sono spesso molto chiari anche per genitori inesperti: il bambino urla a squarciagola se il biberon o l’acqua del bagnetto sono troppo caldi.

Il pianto da fame invece è fatto di piccoli singhiozzi, simili a versetti o sospiri, accompagnati da un movimento delle labbra come per voler succhiare.

(Fonte: www.lastampa.it)