Quote ante-riparto: “Prendiamo esempio da Saint Vincent”

9 maggio 2009 | 13:23
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Quote ante-riparto: “Prendiamo esempio da Saint Vincent”

La Valle d’Aosta ha adottato un sistema di divisione degli utili di 90 per cento al Casinò e 10 per cento alla Regione: “Nella sostanza – dicono i croupier – è la nostra vecchia quota ante-riparto”.

Durante l’incontro di questa mattina all’hotel Nazionale, organizzato dai croupier dissidenti, Alberto Amici, per l’occasione portavoce degli scioperanti, ha sottolineato con forza la necessità di ritornare alla formula della quota ante-reparto di cancella re la Spa, che prospetta una nuova ricapitalizzazione, la quarta. Sotto accusa gli sperperi. Vogliamo evidenziare che ci sono 11 dirigenti che costano 2 milioni di euro alla collettività, mentre a noi hanno proposto un normale aumento ad inflazione programmata. I lavori vengono fatti senza criterio, una sala è stata ristrutturata tre volte, manca un salone delle feste, qualunque dirigente che arriva propone di sostituire la tappezzeria, come se fosse la cosa principale da portare a termine. Chiediamo con forza l’azzeramento della Spa con un commissariamento ed un ritorno all’antico.

“Il Casinò è andato bene dagli anni ’50 agli anni ’90, aveva 600 dipendenti, adesso ridotti a 300, e un servizio a 5 stelle, ora viene fatta perfino pagare la coca cola ai tavoli a gente che si gioca 50.00 euro. La stagione teatrale era concorrenziale con quella del Casinò di Montecarlo. La casa da gioco riversa benessere in tutto il tessuto cittadino: commercio, alberghi e ristoranti. Il denaro veniva versato al Comune con le quote “ante-riparto”. Quello che avanzava si usava per le opere in città. Ora, invece, il bilancio comunale si basa sulla percentuale che deve dare la casa da gioco e questa è strangolata perché non ce la fa”.

A sostegno della tesi del ritorno all’antico è stata fatto un esempio, quello del Casinò di Saint Vincent: “La Regione Val D’Aosta ha emanato una delibera che così recita: “E’ troppo importante, a livello occupazionale, la casa da gioco della Valle. E’ troppo importante per l’economia ed anche per l’indotto. Quindi passiamo dalla formula 60-40 (60 per cento degli incassi al Casinò e 40 per cento all’ente proprietario a quella 90 per cento – 10 per cento”. “Si tratta a tutti gli effetti – commenta Amici – della quota “ante-riparto” che c’era prima del 2000. Ma, se ora noi entrassimo nel 90-10 – commenta ironicamente – sono convinto che verranno presi altri dirigenti e ci sarebbero molti altri sperperi, anziché fare investimenti”.