Casino’, autonomi: “Gestione aziendale non va bene, ridiamola al Comune… Ne vedremo delle brutte”

9 maggio 2009 | 12:36
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Casino’, autonomi: “Gestione aziendale non va bene, ridiamola al Comune… Ne vedremo delle brutte”
Casino’, autonomi: “Gestione aziendale non va bene, ridiamola al Comune… Ne vedremo delle brutte”
Casino’, autonomi: “Gestione aziendale non va bene, ridiamola al Comune… Ne vedremo delle brutte”
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Casino’, autonomi: “Gestione aziendale non va bene, ridiamola al Comune… Ne vedremo delle brutte”
Casino’, autonomi: “Gestione aziendale non va bene, ridiamola al Comune… Ne vedremo delle brutte”

“Chiediamo un ritorno al passato, con la formula di gestione diretta per conto del Comune, con le quote ante-riparto. Ora ci rivolgeremo alla Provincia e chiederemo un incontro con il prefetto.

Incontro con la stampa ed i media per i croupier dissidenti del Casinò di Sanremo. Il gruppo non si riconosce più nei sindacati di categoria e ieri ha dichiarato lo sciopero. Oggi all’hotel nazionale sono state spiegate le ragioni dell’agitazione.

Hanno parlato Alberto Amici e Massimiliano Moroni, che hanno fatto da portavoce per tutti: “Chiediamo un ritorno al passato, con la formula di gestione diretta per conto del Comune, con le quote ante-riparto. Con il 2000 e la formula della Spa. Il personale è passato da 600 a poco più di 300 unità, il terziario che è sottopagato, chi si occupa della sorveglianza arriva a fare 14 ore al giorno, il personale di fatica guadagna 600 euro al mese. Siamo vittime di ricatti professionali e non è possibile trovare tutela nei rappresentanti sindacali. Ora siamo alle porte della quarta ricapitalizzazione.

"La casa da gioco è mal gestita. Per fare un esempio: si sta rimettendo in sesto la facciata, ma nessuno si accorge che ci manca una sala per l’accoglienza di 500 persone. Così siamo un “mezzo casinò”. Questo è un simbolo: qui si pensa a dare un immagine esterna, di facciata appunto, per nascondere il marcio che ci sta dietro. Abbiamo anche chiesto un incontro con Di Ponziano e Calandrella, ma nulla. Ora ci rivolgeremo alla Provincia e chiederemo un incontro con il prefetto: “Faremo delle richieste precise: quanto costano tutte le consulenze esterne, quanto costa il terziario, quanti sono i dipendenti e quanto sono pagati. Vogliamo che venga aperta una seria indagine amministrativa: "Siamo sicuri che se ne vedranno delle brutte". Se non basterà, se non ci ascolteranno, andremo direttamente a Roma a parlare con il ministero dell’Interno”.

“Potremmo scegliere strade più soft rispetto allo sciopero, ma non saremmo in grado di arrivare al punto. Noi siamo un movimento spontaneo e non un’organizzazione vera e propria. Percorriamo la strada più difficile. Siamo convinti che con il caos che stiamo facendo, il futuro consiglio comunale dovrà prendere in considerazione le nostre istanze”.

Dopo la minaccia di uno scipoero ad oltranza, che non è del tutto escluso in caso di stallo della vertenza,  l’assemblea dei croupier ha deciso di mantenere lo stato di agitazione, ma di non scioperare nel weekend.