Un documentario sulla leggenda delle Sciasceline

11 aprile 2009 | 09:37
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Un documentario sulla leggenda delle Sciasceline

Giovedì 23 aprile alle ore 17.30, presso il Museo dell’Olivo di Imperia, si svolgerà la presentazione in anteprima del documentario “Per un pugno di olive” di Franco Fausto Revelli.

Giovedì 23 aprile alle ore 17.30, presso il Museo dell’Olivo di Imperia, si svolgerà la presentazione in anteprima del documentario “Per un pugno di olive – La leggenda delle Sciasceline” di Franco Fausto Revelli.
Insieme al regista sono previsti gli interventi del presidente dell’Amministrazione Provinciale di Imperia, Gianni Giuliano, del dirigente provinciale della Scuola, Anna Maria Giuganino, il direttore del Marketing della Fratelli Carli, Pieluigi Motosso, e la presidente della Associazione “Le Sciasceline”, Silvia Genta. Al termine è prevista una degustazione con prodotti offerti dalla Fratelli Carli di Imperia.
L’ingresso è libero. Il documentario “Per un pugno di olive”, prodotto dalla Zemiafilm, percorre i sentieri della ricerca effettuata dall’antropologa Silvia Genta sulla storia delle Sciasceline. Nel ponente ligure si chiamavano cosi le donne che arrivavano in migrazione stagionale dal basso Piemonte e dall’Emilia per raccogliere le olive. A Sassello, un piccolo borgo dell’alta val Bormida si deve il soprannome dato a queste giovani donne, poiché le prime ad arrivare provenivano da questo comune.
Come mondine di Liguria, le Sciasceline erano ragazze che vivevano qualche mese lontano dal paese, libere. Una sorta di sirene che riempivano di canti la valle e che attirano sguardi indiscreti. Delle giovani donne che, malgrado il lavoro duro negli uliveti, restavano giovani donne con tutta la voglia di vivere.
Le giovani donne pizzicavano ogni oliva caduta per terra stando chine per ore e ore perché prima dell’introduzione delle reti le olive venivano raccolte una ad una. Un lavoro duro, al freddo, con i geloni alle ginocchia e soprattutto lontano dal proprio paese, da casa. Un lavoro che riempiva i tempi morti della montagna e che permetteva alle giovani donne di dare un aiuto alla famiglia. Le coraggiose ragazze tornavano alla fine dell’inverno. Tra novembre e gennaio avevano raccolto a mano migliaia e migliaia di olive, avevano, cantato, lavorato e vissuto insieme.