Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina

24 aprile 2009 | 09:48
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Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina
Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina
Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina
Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina
Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina
Claudio Mazza sulla discarica nel torrente Argentina

“Speriamo che il materiale depositato abusivamente venga rimosso assieme alle pietre, gli arbusti selvaggi tagliati e ripristinato l’alveo del torrente”

Il torrente Argentina è lungo 36 chilometri e nasce sul Monte Saccarello. La sua vetta raggiunge 2.201 metri e costituisce il punto più elevato del territorio ligure. Il torrente sorge a un’altezza di 1.092 metri sul livello del mare. Dopo aver attraversato i Comuni di Triora, Molini di Triora, Montalto Ligure, Badalucco, Castellaro e Taggia, giunge ad Arma di Taggia e sfocia nel Mar Ligure.   
Per rendersi conto della portata del torrente Argentina è sufficiente guardare il ponte in muratura, costruito più di un secolo fa, per la ferrovia, grazie alla quale la nostra terra progredì. Recentemente su questo ponte è stato steso l’asfalto per la pista ciclo-pedonale che, al dire dei politici che si contendono la paternità, dovrebbe rilanciare il turismo nella nostra provincia.
Come molte stravaganze che accadono nel nostro paese, nel contempo in cui stanno realizzando il tratto del cosiddetto “Parco Costiero” con annessa la pista ciclo-pedonale, nel Comune di Taggia, nessuno si preoccupa dello stato in cui versa l’alveo del torrente Argentina. Da un po’ di tempo a questa parte delle persone incivili lo utilizzano come discarica. Nel punto in cui ho scattato la fotografia, il torrente si restringe e si vede un ammasso di pietre con l’erba che ci cresce sopra. Quando il torrente sarà in piena porterà altro pietrame e comprometterà il normale deflusso del torrente. Nelle galleria dedicata sono pubblicate altre fotografie. Si vede un’altra zona del torrente, ristretta in due punti da ammassi di pietre. Sulla sponda sono abbandonate macerie edilizie (mattoni rotti); un lavandino in frantumi; una carcassa metallica di un mezzo non identificabile, un fusto metallico che a prima vista sembra un relitto bellico. Ho visto pure dei topi, grandi come gatti, rubare il cibo alle povere oche. 
Speriamo che il materiale depositato abusivamente venga rimosso assieme alle pietre, gli arbusti selvaggi tagliati e ripristinato l’alveo del torrente. Per permettere, nel caso di forti piogge, il corretto deflusso delle acque onde evitare lo straripamento del torrente con le conseguenze che possiamo immaginare. 

Claudio Mazza