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Troppi psicofarmaci ai ragazzi, va bene il disagio giovanile ma bisogna insegnargli ad essere forti

31 marzo 2009 | 18:28
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Troppi psicofarmaci ai ragazzi, va bene il disagio giovanile ma bisogna insegnargli ad essere forti

In vista dell’incontro con il Dottor Charmet, che a Sanremo parlerà ai ragazzi dell’ adolescenza, riportiamo un’indagine sull’uso di psicofarmaci tra i giovani. Forse dovremmo solo insegnargli a reagire trovando la forza dentro loro stessi.

Farmaci per dormire, antidepressivi, amfetamine per ridurre la fatica, sono i cavalieri dell’Apocalisse che catturano i giovani italiani di 15-16 anni.

E’ quanto emerge dal rapporto ESPAD (European School Project on Alcohol and other Drugs) seguito per la parte italiana dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa nel 2007.

Secondo la ricerca il dato allarmante è rappresentanto dal più alto consumo di psicofarmaci tra gli adolescenti: infatti, 1 su 10 ragazzi italiani è ricorso almeno una volta al loro uso senza ricetta rispetto alla media europea del 6%.

E le ragazze ne usano più dei ragazzi (13% di ragazze rispetto al 7%).

L’interrogativo è: i minori dove si procurano gli psicofarmaci? Perché da banco non ce ne sono e per legge il farmacista non può dispensarli senza ricetta. E in più, per le benzodiazepine, cioè i farmaci per l’insonnia e per l’ansia, neanche con quella se hanno meno di 18 anni.

Facilmente li trovano in casa, a portata di mano, perché li usano papà e mamma.

Tavor, Valium, Xanax, Lexotan, En sono i nomi più comuni. Ma come fanno i genitori a non accorgersi che vengono loro sottratti compresse o flaconcini di gocce?

E’ probabile che questa leggerezza sia dovuta al fatto che sono ritenuti, tra gli psicofarmaci, farmaci abbastanza sicuri e relativamente leggeri; sì, ma negli adulti, e poi non è sempre, vero, anzi!

Danno infatti sempre riduzione dei riflessi, sedazione e diminuzione di attenzione e possono creare dipendenza.

E sono traditori se assunti con alcol, come è l’abitudine dei ragazzi per sballare. Infatti l’associazione con etanolo ne aumenta l’assorbimento creando problemi all’apparato cardiocircolatorio.

Se gli psicofarmaci sono in uso anche eccessivo negli adulti, nei giovani il danno tossicologico acuto sul sistema nervoso centrale è certo e rischiano di dare dipendenza afferma Enrico Malizia, professore di Farmacologia all’Università la Sapienza di Roma, mentre Luca Poma, portavoce del comitato Giù le mani dai bambini per la farmacovigilanza pediatrica, avverte che l’AIFA e l’Istituto Superiore di Sanità erano già state allertate su questo problema, ma le stesse lo ritenevano sotto controllo.

Evidentemente no, se il fenomeno si sta ampliando.

Però, al di là di ogni singola valutazione, invece di appellarsi sempre al disagio giovanile che sicuramente c’è, sarebbe opportuno anche cominciare a spiegare ai bambini con parole semplici che cosa significa farmaco: è un’antica parola greca che racchiude nel suo significato originario tutto il concentrato della moderna farmacologia, cura e veleno.

Fonte: www.opsonline.it