Sabato a Bordighera presentazione de “Il Partito del cemento” di Marco Preve e Ferruccio Sansa

12 marzo 2009 | 11:20
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Sabato a Bordighera presentazione de “Il Partito del cemento” di Marco Preve e Ferruccio Sansa

Il tema è quello della nuova cementificazione della costa ligure e del Ponente in particolare: Genova, Savona, Albenga, Imperia, Ospedaletti, Bordighera, Ventimiglia, sono tutte toccate da progetti di trasformazione urbanistica a dir poco invasiva

La libreria AmicoLibro di Bordighera, il Circolo Pasolini di Ventimiglia e l’Associazione Libera, organizzano sabato 14 marzo alle ore 17,00, presso la Sala Rossa del Palazzo del Parco di Bordighera, la presentazione-dibattito de “Il Partito del cemento” di Marco Preve e Ferruccio Sansa, edizioni ChiareLettere. Inerverranno, oltre agli autori, Pietro Raboni del comitato “Un altro porto è possibile di Ventimiglia” e Paolo Luppi, magistrato.
Il tema è quello della nuova cementificazione della costa ligure e del Ponente in particolare: Genova, Savona, Albenga, Imperia, Ospedaletti, Bordighera, Ventimiglia, sono tutte toccate da progetti di trasformazione urbanistica a dir poco invasiva.
Come ai tempi della speculazione edilizia di Calvino (1957), una nuova ondata di cemento si abbatte sull’Italia (segnali in questo senso arrivano in questi giorni direttamente dal governo centrale) a partire, sembra, proprio dalla Liguria. E la parola magica usata per smantellare il paesaggio e la tutela è la “riqualificazione”. Si riqualifica tutto: ex-manicomi, colonie, castelli, ospedali, ex-mattatoi, fabbriche e tutto si trasforma, spesso si amplia, si adatta alle esigenze immobiliari.
Tre milioni di metri cubi sono previsti in Regione e se non c’è più posto a terra si prova sul mare, costruendo nuovi porti per decine di migliaia di posti barca, senza scrupoli di tutela del paesaggio e di freno alla speculazione collegata.
E in tutto questo qual è il ruolo della classe dirigente? C’è una sorta di pensiero unico del cemento ed è pressoché difficilmente individuabile la differenza fra destra e sinistra, fra maggioranza e opposizione.
Ma è possibile, ancora, per la nostra Regione e in particolare per la nostra Provincia pensare un tipo di sviluppo diverso? Che tenga insieme sviluppo, sostenibilità, rispetto del paesaggio e della nostra storia? O dobbiamo dire addio per sempre alla Liguria che ci ha fatto conoscere nel mondo, la Liguria degli artisti e degli intellettuali. All’Alassio di Hemingway, alla Sanremo di Calvino, alla Bordighera di Monet, alle Bocche di Magra di Pavese o Einaudi?
Queste le denunce e le preoccupazioni espresse in questo libro. Questa l’occasione di un dibattito sulla qualità della nostra vita e sul nostro futuro.