Giovedì 12 marzo secondo appuntamento delle “Serate con l’università ..a Sanremo”

9 marzo 2009 | 09:42
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Giovedì 12 marzo secondo appuntamento delle  “Serate con l’università ..a  Sanremo”

Il tema sarà “Nuovi orientamenti del florovivaismo e progettazione di spazi a verde in ambiente mediterraneo” a cura di Daniela Romano dell’ Università di Catania, Dipartimento di OrtoFloroArboricoltura e Tecnologie Agroalimentari

Giovedi 12 Marzo alle ore 21 presso la Federazione Operaia di Sanremo si terrà il secondo incontro del Ciclo di conferenze “Serate con l’Università…a Sanremo 2008/2009.
Interverrà la Prof.ssa Daniela Romano, Professore associato e docente di orticoltura e floricoltura dell’Università degli studi di Catania.
Il seminario, dal titolo: “Nuovi orientamenti del florovivaismo e progettazione di spazi a verde in ambiente mediterraneo”, tratterà il problema della individuazione di specie e/o di tecniche idonee ad aumentare la compatibilità del verde con le specifiche condizioni ambientali nella realizzazione e la gestione di spazi a verde soprattutto in ambito urbano.
Introduzione al seminario a cura del Prof. Guido Calvi.
L’ingresso è gratuito e il seminario rivolto ad un pubblico ampio, che va dai professionisti nel
settore a tutti coloro che, interessati al tema trattato, desiderino partecipare.
Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza dell’importanza degli spazi a verde negli ambienti urbani, per le molteplici funzioni che le piante possono svolgere per migliorare la qualità della vita. In ambiente mediterraneo, la realizzazione e la gestione di spazi a verde soprattutto in ambito urbano pongono in primo luogo il problema della individuazione di specie e/o di tecniche idonee ad aumentare la compatibilità del verde con le specifiche condizioni ambientali. L’individuazione della specie rappresenta forse l’aspetto principale da cui dipende la possibilità di realizzare un verde non solo con buoni caratteri estetici ma anche in grado di resistere nel tempo. Per tale individuazione sono necessarie conoscenze approfondite sulle caratteristiche pedologiche e climatiche dell’ambiente e soprattutto sui principali tratti morfofunzionali delle diverse piante. Un altro aspetto della questione è la disponibilità di materiali vivaistici. Qualsiasi criterio o parametro adottato, anche se corretto, viene di fatto vanificato se la specie e/o la cultivar individuate non sono poi presenti nei vivai o non sono delle dimensioni o nelle quantità necessarie.
Oggi il mercato vivaistico in Italia è in grado di offrire circa 5.000 taxa diversi idonei all’ambiente mediterraneo. Si tratta ovviamente solo di una stima di massima, in quanto il quadro biologico è certamente molto articolato. La gran parte delle specie, oltre il 90% del totale, è, però, originaria di ambienti esotici. Ciò è legato da una parte al rilievo che tradizionalmente ha rivestito in Italia il cosiddetto “giardino di acclimatazione”, in cui spazio esclusivo veniva dato alle piante esotiche, considerate le “ornamentali” per antonomasia, e dall’altra alla tradizionale assenza di una idonea attività di ricerca per valorizzare le piante autoctone.
Le nuove tendenze nella progettazione degli spazi a verde, però, sono sempre più rivolte ad esaltarne gli aspetti “naturali” e a ricercare schemi caratterizzati da minori costi di manutenzione. Le motivazioni sono molteplici e rispondono a esigenze non solo agronomiche, ma anche politiche, sociali, culturali ed ecologiche. Espressioni come “sustainable landscape”, “environmental friendly landscape”, “xeriscaping”, “xerogarden” “wild garden” sono ormai entrati di prepotenza nel dibattito sia scientifico che culturale. In questo contesto è indubbio che il ruolo delle piante autoctone diventi fondamentale. La flora spontanea, infatti, rappresenta un grande serbatoio cui attingere per rinnovare ed ampliare il panorama delle specie di interesse florornamentale. Le piante “autoctone” in misura sempre maggiore devono essere ritenute non solo patrimonio di inestimabile valore dal punto di vista naturalistico, meritevoli di essere studiate e tutelate ai fini della salvaguardia della biodiversità, ma anche risorse da valorizzare direttamente per lo sviluppo di nuove produzioni. La diretta utilizzazione a fini ornamentali di specie presenti nella flora mediterranea appare ricca di prospettive soprattutto per la sistemazione di spazi a verde e per il recupero di aree degradate. Per questa ultima destinazione più conclamata è l’esigenza di disporre di piante dotate di elevata adattabilità ed in grado di tollerare gli stress biotici e abiotici.
In questo ambito la relazione analizza la possibilità di impiego di piante della flora spontanea mediterranea negli spazi a verde ornamentali, anche per individuare assetti biologici in grado di resistere a stress ambientali e che necessitano di minori impieghi di manodopera. Saranno in particolare presentati alcuni casi di studio esemplificativi delle potenzialità che offre la vegetazione spontanea mediterranea per realizzare un verde sostenibile, come viene sempre più richiesto dalle attuali tendenze della progettazione paesaggistica, e i problemi che si pongono nel definire idonei protocolli di coltivazione in fase vivaistica.