Soddisfazione di Coldiretti per il recepimento dell’obbligo sull’etichettatura sull’olio d’oliva

“Il sequestro di olio extravergine con la falsa attestazione della Dop Riviera ligure dimostra, ancora una volta di più, l’assoluta necessità di tutelare produttori e consumatori” dice il presidente provinciale Antonio Fasolo
Grande soddisfazione di Coldiretti per il recepimento a livello comunitario dell’obbligo dell’etichettatura sull’olio d’oliva per la difesa del prodotto italiano e sopratutto di quello imperiese, che ha eccellenze di produzioni valorizzate attraverso la Dop.
“Soddisfazione per il lavoro che ha portato avanti il ministro Zaia e l’intero governo per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari italiane – afferma il presidente della Coldiretti imperiese Antonio Fasolo – perché grazie all’etichettatura con l’origine obbligatoria è possibile un controllo più efficace e quindi maggior tutela al consumatore. La prova è che in Italia, dove tale etichettatura è già obbligatoria, proprio in questi giorni sono state scoperte alcune frodi, fatto che – tra l’altro – mette in risalto il buon operato degli enti di controllo.”
Il sequestro di olio extravergine con la falsa attestazione della Dop Riviera ligure è – purtroppo – l’ultima dimostrazione di quanto può accadere nel comparto alimentare, e dimostra, ancora una volta di più, l’assoluta necessità di tutelare produttori e consumatori sia attraverso accurati controlli sia introducendo tutte quelle norme che possono concorrere a fare maggiore chiarezza e consentire quindi di conoscere con assoluta precisione la qualità di quanto si vuole acquistare. In questa direzione va la necessità, sempre sostenuta dalla Coldiretti imperiese, di etichettare i prodotti del comparto agroalimentare con tutte le informazioni relative alla provenienza.
“Per quanto riguarda l’olio d’oliva – aggiunge Fasolo – l’etichettatura che indichi la provenienza delle olive va a tutto vantaggio dei produttori locali, e riveste un’importanza strategica anche per la salvaguardia del territorio. La presenza di coltivazioni contribuisce in maniera determinante a limitare il dissesto idrogeologico, ed è per questo che bisogna aiutare gli olivicoltori che svolgono un’azione di interesse paesaggistico e sociale di grandissima importanza.”.
In questo quadro assume grande importanza la decisione del Comitato agricoltura dell’Unione Europea che ha, proprio l’altro ieri, esteso a tutti i Paesi europei produttori di olio d’oliva l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nella produzione dell’extravergine, così come già avviene in Italia.
“Finalmente – ha commentato il direttore provinciale della Coldiretti imperiese, Carlo Greco – in Europa non sarà piu’ possibile spacciare come Made in Italy l’extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine senza alcuna informazione per i consumatori. Si tratta di una storica svolta per l’Unione Europea che interpreta il bisogno di sicurezza e trasparenza dei cittadini, in modo che possano chiaramente distinguere i prodotti nazionali da quelli importati. L’etichettatura obbligatoria dev’essere la carta d’identità del prodotto, che porta un’informazione corretta al consumatore e una valorizzazione economica per l’impresa ”.
L’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nell’extravergine in tutti i paesi europei è – sottolinea la Coldiretti – una risposta coerente alla necessità di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori comunitari e di combattere le truffe. Una necessità per un paese come l’Italia che, nel 2008, ha importato circa 500 milioni di chili di olio di oliva i quali, in assenza di etichettatura, si “confondono” con la produzione nazionale che è stata pari a poco piu’ di 600 milioni di chili, (in aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno) e di alta qualità. Questa situazione – continua la Coldiretti – ha avuto un forte impatto negativo sui prezzi pagati agli agricoltori che sono crollati del 30 per cento al di sotto dei costi di produzione mettendo a rischio il futuro del settore.
Il nuovo regolamento deciso dal Comitato di gestione agricolo della Commissione europea entrerà in vigore il primo luglio. A partire da quella data in nessun Paese europeo potrà essere commercializzato olio extravergine d’oliva privo dell’indicazione di origine delle olive.
L’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA MADE IN ITALY IN CIFRE
Patrimonio olivicolo nazionale: 250 milioni di piante
Produzione nazionale annata 2008/2009: 630 milioni di chili
Posizione a livello europeo: 2° produttore Ue dopo la Spagna
Consumo nazionale : 14 kg a testa
Oli extravergine d’oliva italiani riconosciuti Dop/Igp a livello europeo: 38
Fatturato settore: 2 miliardi di euro
Impiego di manodopera: 50 milioni di giornate lavorative