Messaggio di Monsignor Alberto Maria Careggio sul caso di Eluana Englaro




“Osiamo ancora sperare nella forza della preghiera che vince le resistenze più nascoste e siamo vicini alla famiglia così duramente provata e alle suore di Lecco che hanno amorevolmente assistita Eluana Englaro”
Sulla vicenda Englaro, in qualità di Vescovo della Diocesi di Ventimiglia – San Remo, aderisco pienamente alla iniziativa della Presidenza CEI che fa propria la seguente dichiarazione resa nota il giorno 2 febbraio da S. E. mons. Pietro Brollo, arcivescovo di Udine, alla notizia del trasferimento di Eluana da Lecco ad Udine: “Faccio appello alla coscienza di tutti, perché quanti hanno chiaro di essere al cospetto di una persona vivente non esitino a volerne e ad esigerne la tutela, mentre quanti dubitano ancora abbiano la sapienza e la prudenza di astenersi da qualsiasi decisione irreparabile”.
E’ a tutti evidente che qualsiasi azione volta ad interrompere l’alimentazione e l’idratazione si configurerebbe – al di là delle intenzioni – come un atto di eutanasia. Per parte nostra osiamo ancora sperare nella forza della preghiera che vince le resistenze più nascoste e siamo vicini alla famiglia così duramente provata e alle suore di Lecco che hanno amorevolmente assistita Eluana Englaro fino a ieri.
In tale senso raccomando anch’io ai Gruppi, ai Movimenti ecclesiali, nonché a tutti i fedeli delle Parrocchie di innalzare intense preghiere e suppliche perché il Signore della Vita converta i cuori induriti e faccia loro capire di quanta gravità morale e sociale rappresenti davanti a Dio e all’umanità una tale “sentenza di morte”.
Eluana Englaro, nata a Lecco nel 1970, è entrata in coma nel 1992 a seguito di un incidente stradale e ora in stato vegetativo persistente. Il suo caso ha scatenato un dibattito sull’accanimento terapeutico e sull’eutanasia. Suo padre Beppino ha chiesto la sospensione dell’alimentazione e delle terapie, portando a supporto della richiesta testimonianze su quanto detto dalla donna a suo tempo. Con decreto depositato il 9 luglio 2008, la Corte d’Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che mantiene in vita la figlia Eluana. Le Suore Misericordine di Como, che dal 1994 si sono prese cura degli Eluana presso la casa di cura "Beato Luigi Talamoni" di Lecco, si sono rifiutate di interrompere l’idratazione e l’alimentazione forzate e hanno altresì manifestato la disponibilità a continuare ad assistere la donna. Il 3 febbraio 2009, alle ore 1.30, un’ambulanza con a bordo Eluana Englaro ha lasciato la casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco giungendo, intorno alle 6.00, presso la clinica "La Quiete" di Udine; presso tale struttura verrà progressivamente sospesa l’idratazione e l’alimentazione di Eluana Englaro.