La scheda sintetica della tavola rotonda a Sanremo su Famiglia, Educazione e … Mass Media






L’ambiente in cui viviamo è saturo di media. Partiamo da questa constatazione: mentre prima della saturazione era con un atto di volontà che noi ci accostavamo ai media, oggi è con un atto di volontà che possiamo spegnerli
Introduzione
• l’ambiente in cui viviamo è saturo di media. Partiamo da questa constatazione: mentre prima della saturazione era con un atto di volontà che noi ci accostavamo ai media, oggi è con un atto di volontà che possiamo “spegnerli”
• la saturazione comporta una confusione tra privato e pubblico. La deriva del privato e del pubblico si trasforma in deriva del personale e del sociale.
• la confusione tra pubblico e privato comporta quella tra fatto e artefatto. Oggi si rischia di confondere la sfera del reale con la rozzezza e l’immediatezza dell’artificio.
• la diversità tra figli e genitori nella fruizione dei media. Linguaggi, contesti comunicativi, facilità di accesso e creatività sono i principali motivi di allontanamento fra genitori e figli e la forbice tende a divaricarsi sempre più.
I giornali
La lettura dei giornali è una componente strutturale del percorso didattico e formativo dei nostri ragazzi.
Imparare a distinguere tra le notizie vere e quelle verosimili o false.
Argomenti sfruttati a dismisura per ottenere il massimo delle vendite (le 3 S: sangue, soldi, sesso).
I criteri di scelta delle notizie da parte delle redazioni. Condizionamenti e manipolazioni
La diffusione dell’informazione “usa e getta”.
Verificare l’attendibilità delle notizie, quando si ha la possibilità di farlo.
Il condizionamento dei mass-media su notizie che vengono proposte a ripetizione.
Diffidare dalle notizie non firmate.
I lettori si trasformano in giornalisti. Si sta spezzando la barriera tra i giornali e i lettori.
La tv sollecita interessi e questioni che dovrebbero facilitare l’acquisto del giornale. Invece…
La televisione e i “nuovi media”
“Tali tecnologie sono un vero dono per l’umanità” Benedetto XVI, Messaggio per la XIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali "Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia." 24 gennaio 2009
La televisione non è quasi più fornitrice di informazioni, svago, insegnamento.
L’assenza quasi totale di contenuti valoriali.
La necessità di saper giudicare, scegliere, compensare.
Internet è uno meraviglioso strumento interattivo dalle straordinarie possibilità
La necessità di un utilizzo avvertito:
Perché le sue positività sono sopravalutate.
Perché cela spesso una realtà diversa da quella che presenta.
Internet è una rete pubblica e richiede regole, comportamenti, precauzioni.
Le relazioni virtuali, sotto pseudonimo o sotto altre identità deresponsabilizzano e non impegnano al confronto; la copertura della propria identità favorisce rischi di scivolamento verso comportamenti poco etici che compromettono la dignità; si impone quindi una educazione alla relazione iniziando proprio dall’esercizio dell’identità e della responsabilità.
La consapevolezza come stimolo positivo a trasformare questi strumenti in “doni”.
Concludendo: strategie utili
1. Il controllo dei mezzi comunicativi
2. La ricerca del mittente e dei destinatari
3. La pluralità interpretativa familiare
4. La fruizione/produzione creativa
PROPOSTE OPERATIVE
Identificare nella propria quotidianità modi, tempi e spazi del privato per riappropriarsene e insegnare ai figli a farlo.
Riflettere su tempi e spazi nell’utilizzo dei nuovi media
Compagnie e relazioni solo virtuali?
Privacy ed esposizione pubblica del mio privato: quale consapevolezza e quale valore?
Il controllo del mezzo e del materiale download e upload
Identità vere e false
Scegliere momenti “speciali” di fruizione da condividere con i figli.
Leggere il giornale insieme in famiglia, commentare le notizie confrontando le opinioni
Utilizzare e mettere a confronto fonti diverse
Utilizzare lo strumento del dubbio per una maggiore ricerca della verità
Attenzione all’omogeinizzazione
Il diritto alla riservatezza dei figli. Fino a che punto?