Gli Easy Star All-Stars si presentano al pubblico esibendosi in sala stampa



l gruppo newyorkese ha fino ad ora pubblicato due album e si è distinto nella scena musicale internazionale per l’originale scelta di rivedere famosi successi in chiave reggae e dub.
Si sono presentati alla stampa e al pubblico questo pomeriggio gli Easy Star All-Stars, il gruppo che sarà ospite sul palco dell’Ariston nella serata di domani. Il gruppo newyorkese ha fino ad ora pubblicato due album e si è distinto nella scena musicale internazionale per l’originale scelta di rivedere famosi successi in chiave reggae e dub. Il loro primo lavoro, uscito nel 2003, li ha visti impegnati nel riprendere ed interpretare i classici dei Pink Floyd mentre il secondo album contiene le rivisitazioni di alcuni brani dall’album "Ok Computer" dei Radiohead.
Si sono presentati in conferenza stampa "armati" di strumenti ed hanno intrattenuto giornalisti e fotografi con qualche minuto di performance improvvisata.
"E’ bello stare quì a Sanremo in un Festival importante come questo. Abbiamo capito che la musica è un linguaggio universale e non esistono limiti a ciò che si può fare con la musica. Ci è sembrato possibile mischiare molti generi e rivisitare molti generi in chiave reggae. Ci ispiriamo principalmente alla scena inglese, con artisti come Beatles e Radiohead. E’ stato interessante vedere come ieri sera sul palco si siano mischiate la musica classica e la musica rock con l’incrocio creato da Bonolis tra i Deep Purple e Mozart. Noi presenteremo i Pink Floyd con la loro "Time" e non vedo titolo più appropriato di questo in un periodo come il nostro. Cercheremo di fare la migliore performance che abbiamo mai fatto e vogliamo sfruttare al massimo l’occasione di esibirci davanti a quasi tutta l’Italia".
Si è toccato anche l’argomento del nuovo progetto del gruppo riguardante un’interpretazione "dub" di alcuni brani dei Beatles: "per noi questo progetto è stato un segreto fino all’ultimo e i nostri manager hanno deciso così. Il nostro tentativo è di far conoscere alle masse il genere reggae e crediamo che rivedere i classici sia il modo migliore per diffondere la cultura reggae".