Al Seminario Pio XI di Bordighera secondo incontro dedicato al tema della parrocchia

“Trasmettere, istituire, abitare: queste le regole che fanno funzionare la parrocchia intesa come spazio istitutivo del cristianesimo in una cultura, come strumento deputato alla costruzione dellidentità cristiana” sostiene don Luca Bressan
Presso il Seminario si è tenuto martedì 17 febbraio il secondo incontro per i sacerdoti della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, tema: la parrocchia del futuro. Don Luca Bressan, trattenuto a Milano da imprevisti impegni diocesani dell’ultimo momento, si è fatto presente inviando il testo della conferenza. Il vicario episcopale per la formazione permanente del clero, Don Antonio Rebaudo, ha così guidato l’incontro, usufruendo del testo ricevuto che è stato distribuito ai sacerdoti presenti. Partendo dalle linee tracciate nel precedente incontro, ben sintetizzate da Don Rebaudo, si è data lettura del nuovo documento, fatto oggetto di attento ascolto e di una riflessione, che ha visto l’intervento di numerosi sacerdoti con convergenze di giudizio, rilievi problematici, domande che si rimandano all’autore Don Bressan per opportune puntualizzazioni e approfondimenti nella prossima riunione del 10 marzo. In estrema sintesi è emerso che esistono regole costanti per la parrocchia, come scrive Don Bressan: “Trasmettere, istituire, abitare: queste sono le regole che fanno funzionare la parrocchia intesa come spazio istitutivo del cristianesimo in una cultura, la parrocchia intesa come strumento deputato alla costruzione dell’identità cristiana. Su queste regole e su queste dimensioni la parrocchia è chiamata a strutturare la sua architettura istituzionale e le sue azioni pastorali. Una memoria, un corpo, dei processi di localizzazione: questa è la parrocchia intesa nella sua immagine profonda, nel suo significato dinamico, che genera le tante immagini sociali, tutte diverse, che conosciamo della parrocchia vista nella sua dimensione sociale, di superficie”. E’ quanto viene detto nella recente nota dei Vescovi sulla parrocchia (Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia) per una incisiva azione pastorale di qualità e di presenza sul territorio. Alla parrocchia “è chiesto di essere il principio istituzionale in grado di leggere i legami sociali che strutturano quel tessuto locale, e trasformarli uno ad uno, alla luce dei compiti appena descritti. Introdurre alla fede (l’iniziazione cristiana), vivere la domenica (la celebrazione eucaristica e i suoi sviluppi comunitari), accogliere, educare e trasfigurare i bisogni (l’attività pedagogica e caritativa), condividere una fede che vuole essere adulta (i percorsi di ascolto della Parola e di maturazione della fede), simbolizzare una identità locale dentro un contesto di universalità (celebrare le feste che esprimono l’identità territoriale o famigliare, inserendole nell’unica memoria cristiana che ne trasforma e ne apre il significato e il funzionamento simbolico), non vanno percepite come singole azioni distinte e separate le une dalle altre, ma come l’esecuzione su piani diversi dell’unico compito affidato alla parrocchia di far abitare in quel luogo l’identità cristiana”. In questa realtà i protagonisti sono: il popolo di Dio, i cristiani, i ministri, perché “La parrocchia è sempre stata vista come lo spazio concreto dentro il quale prende visibilità, si fa vedere il gruppo dei cristiani, il cristianesimo in quanto popolo. Senza la parrocchia, senza questa istituzione così identica nel funzionamento anche se molto diversa nella miriade di figure concrete assunte, il cattolicesimo avrebbe faticato ad avere visibilità, avrebbe rischiato la dispersione dei cristiani che lo popolano, che lo rendono tale. La parrocchia è sempre stata pensata come lo strumento per evitare l’anonimato e la solitudine nel vivere l’esperienza cristiana. Evidente e operante nel suo passato recente, questa funzione, questo compito diviene ancora più essenziale in questo momento di forti trasformazioni: svolgendo questa funzione, la parrocchia si scopre elemento insostituibile per la Chiesa… È proprio dentro la parrocchia, dentro le tante figure concrete differenti e variabili che questa istituzione sta assumendo, che prenderà corpo la figura di Chiesa del domani, prenderà corpo la figura di Chiesa incaricata di abitare le difficoltà del presente. La parrocchia sta mostrando la sua capacità di futuro proprio nel farsi carico e nell’elaborare tentativi e prospettive di soluzione ai problemi incontrati: al problema della mancanza di ministri incaricati della sua animazione e della sua organizzazione; al problema del legame ecclesiale primario (il principio eucaristico) che in tanti luoghi viene meno; al problema delle sue dimensioni, della sua grandezza; al problema infine delle azioni sociali ed ecclesiali esercitate per dare visibilità alla memoria cristiana dentro il tessuto sociale locale che essa abita come istituzione”.