Marcello Veneziani alla Scripta Manent: “analisi e bilanci sul movimento sessantottino italiano”



Prossimo appuntamento alla Scripta Manent il 19 febbraio, all’insegna della storia dei valori, con il Prof. Leonardo Saviano che parlerà dell’Ordine Constantiniano, mentre il 19 marzo sarà la volta di S.E.M. Jean Castellini sulle radici della musica sacra
Marcello Veneziani alla Scripta Manent: analisi e bilanci sul movimento sessantottino italiano. Aver conosciuto Marcello Veneziani come giornalista e scrittore non basta per apprezzarlo davvero: bisogna sentirlo parlare come oratore! Ed è quello che è avvenuto a chi ha assistito, lo scorso 29 gennaio, come ospite ad alla oramai consueta conferenza mensile organizzata a Monaco presso lo spazio-libreria Scripta Manent di Liana e Mauro Marabini.
L’invitato, dopo una breve introduzione è coerente – anche se, come dice lui, la coerenza è degli imbecilli- al suo estremismo ma anche di gran cultura e di facile eloquio riuscendo, anche a Monaco, ad incantare la platea che con ammirazione e curiosità ha assistito alla sua conferenza; un condensato di storia, valutazioni e riflessioni su il mito del ’68, epoca ricordata per le tanti contestazioni giovanili ma che, a conti fatti e nonostante tutto, non ha cambiato potere, né le regole del capitalismo e nemmeno quelle politiche.
Ma ancora oggi, quando se ne parla con chi ha vissuto quel periodo – e tra questi ci sono i "diversamente giovani" di Viareggio –
esiste una certa resistenza ad ammettere che le conseguenze che ha portato sono piu’ negative che positive.
Secondo quanto sostiene Veneziani, prossimo a pubblicare nel formato Oscar Mondadori l’ulteriore ristampa del suo libro "Rovesciare il ’68", è difficile ammettere il fallimento e la devastazione rivoluzionaria dei costumi, dei metodi scolastici e dei valori di cui oggi siamo vittime inconsapevoli, e quanto stiamo vivendo ora non è altro che l’effetto concreto di un cambiamento epocale che non ha distrutto la borghesia ma semplicemente ha voluto sostituirsene.
Prova ne è il fatto, ha sottolineato l’autore, che il suo libro ha avuto fino ad ora il record di non essere mai stato recensito, nel bene come nel male; i giornalisti, gli uomini della comunicazione, figli di quella rivoluzione, in qualche modo hanno fatto ostracismo, a dispetto dei tanti lettori e sostenitori della teoria ‘veneziana’. In buona sostanza, si puo’ anche essere di centro o di sinistra, credi politici cioè diversi da quelli proclamati da Marcello scrittore, ma l’evidenza storica che sottende il suo punto di vista, da Marcello filosofo, non nasconde la radici di una falsa rivoluzione ideologica sessantottina che non ha precedenti storici che la sostinene: non esiste infatti civiltà civile che sia sopravvisuta a se stessa se alla base sottendano valori culturali, religiosi e politici di riferimento.
E tuttavia questa è la storia di una contestazione: pur pagando ora le conseguenze di una forma di liberazione nichilista, oggi, tutti noi, siamo diventati i consumatori di quella civiltà capitalista tanto disprezzata ove alcuni dei barricaderi di allora hanno formato quella classe dirigente intellettuale che, grazie all’attivismo di allora e proteggendosi tra loro, ne stanno ancora godendo dei frutti, come delle royalties da riscuotere a vita, a ’40 anni dalla loro ‘dichiarazione di guerra al conformismo’.
La fantasia al potere, come ha piu’ volte ribadito Vaneziani, ha quindi concretamente generato dei cambiamenti, per lo piu’ negativi, i cui effetti si sono manifestati solo diverso tempo dopo; anti-senilità per eliminare l’inutilità delle persone anziane, i matusa, portatori di valori; anti-borghese, perché il benessere doveva essere diffuso e condiviso; anti-tradizionalismo per ispirarsi alle rivoluzioni politiche e culturali di Mao, di Praga o chissà chi altri, insomma anarchia, libertà e fuga dal conformismo che ha generato pure un nuovo linguaggio, falso, ma politicamente corretto.
Se di rivoluzione si deve parlare, conclude veneziani, è piuttosto ‘non per fame’, come è avvenuto per la maggior parte dei casi, ma ‘per digerire’ un boccone, quello del dopo-guerra, che ha creato benessere diffuso e responsabilità che i giovani di allora decisero di non assumersi, fermo restando che qualcosa di buono si creo’; fu l’affermarsi della musica ‘leggera’; maggiore attenzione alle problematiche femminili, attenzione all’ambiente, alla pace nel mondo come valore e poco altro ancora. Ma se il prezzo da pagare era trasgredire e contestare tutti i valori secolari e le tradizioni, senza che fossero proposte sostituti culturali e ideologici, le conseguenze sui giovani di oggi sono evidenti.
Educazione , scuola e università, si trasformarono da luogo di selezione meritocratico a momenti di confronto, senza arricchire davvero di contenuti le lezioni. Non a caso, al giorno d’oggi, essere giovani anticonformisti significa vivere secondo regole opposte agli allora coetanei sessantottini: rappresentativa di una minoranza è tradizionalista quella gioventu’ che non è dedita all’alcol, agli eccessi di fumo e dei vizi. Come dire che sono trasgressivi i ragazzi che hanno regole, che cercano certezze e valori e che non accettano l’anarchia come forma di politica mentale e sociale. Insomma, la creatività non ha generato nuove certezza quanto piuttosto disordini e caste ben riconoscibili, tra di loro coerenti ma che non hanno dato nuovi impulsi né generato certezze, questo il pensiero di Marcello Veneziani.
Infine simpatico l’ aneddoto raccontato da S.E. René Novella, a conclusione del dibattito che ne è seguito: a Monaco il movimento sessantottino duro’ mezza giornata. I responsabili, subito identificati, erano 5 ragazzi e tra questi c’era anche il figlio del Console Generale di Francia che, per le circostanze imbarazzanti che lo videro ‘co-responsabile’ – il suo ufficio fu usato clandestinamente dai ragazzi per stampare i volantini- accetto’ come gli genitori, altri l’espulsione dei giovani contestatori dalla scuola monegasca.
Prossimo appuntamento alla Scripta Manent il 19 febbraio, all’insegna della storia dei valori, e vedrà ospite il Prof. Leonardo Saviano che parlerà dell’Ordine Constantiniano, mentre il 19 marzo sarà la volta di S.E.M. Jean Castellini che approfondirà le radici e l’attualità della Musica Sacra.