I prossimi appuntamenti del Teatro Comunale di Ventimiglia

Martedì 20 gennaio alle ore 21.00 Sulle vie del blues. Venerdì 23 gennaio alle ore 21.00 La trappola con Giancarlo Zanetti, Marco Minetti e Nathaly Caldonazzo.
Ecco gli appuntamenti del Teatro Comunale di Ventimiglia per il mese di gennaio:
Martedì 20 gennaio, ore 21.00, per la rassegna Teatri del Ponente Ligure sarà in scena "Sulle vie del Blues" a cura del Teatro Garage con Lorenzo Costa e Federica.
Lo spettacolo-concerto ricostruisce una breve storia del Blues, attraverso la musica, la parola, l’immagine. Non vuole essere solo un piccolo contributo alla nascita di un genere musicale, ma tocca anche il tasto dolente del razzismo.
Due attori e quattro musicisti si muovono all’interno di una sorta di pinacoteca dove troneggiano le immagini di alcuni tra i più significativi personaggi che hanno fatto grande questo genere musicale. Gli attori-ciceroni raccontano fatti e leggende che hanno contributo a mitizzare gli uomini del blues e si soffermano come se si volessero calare in un’altra dimensione, a parlare di razzismo in una sorta di angolo della poesia. Raccontano con leggerezza, ricorrendo ad aneddoti e interagiscono fra di loro e con i musicisti, i quali sottolineano i momenti salienti della recita con i loro strumenti per restituire in modo poetico ed evocativo la testimonianza di questa a arte.
Prezzi di ingresso: Platea €15,00; Galleria € 10,00
Venerdì 23 gennaio, ore 21.00, "La Trappola" di e con Giancarlo Zanetti e con Nathaly Caldonazzo
In questo spettacolo scatta inesorabilmente un meccanismo che fa leva su almeno una decina di colpi di scena. Una piece da manuale, dalla psicologia sottile, astuta, con tutti i doverosi trabocchetti e suspence del caso, con sbalzi e alterazioni, con cui si addice in crescendo una struttura al cardiopalmo. Cultori o no della letteratura gialla in questo spettacolo si è indotti a soppesare, a stimare in ogni dettaglio fattori come il clima, i silenzi, gli sguardi, le dialettiche, le paure intriganti. Si rivela così un gioco al massacro fra tre personaggi, un enigma correttamente travasato in una gelida e furtiva drammaturgia, che non sparge sangue, ma fa vittime con la sola arma della parola. Un buon esempio di implacabile giustizia privata. In questa stanza di tortura ci si sbrana e man mano viene a dipanarsi la vicenda di un banale incidente che cela i retroscena di un’orrenda indifferenza, di squallidi mimetismi familiari. Il plot è un paziente, infinito e morboso accumularsi di tasselli che violano la privacy di un marito e di una moglie non esenti da connivenze e però, chi più e chi meno trasgressivo, giunti ad un bivio di credibilità. Una tragedia incruenta, sentenziata con calma attraverso una inesorabile ragnatela di rivelazioni. Un teatro da camera che prende per la gola e incalza. Nel 1999 viene proposto come film dal titolo "Darkness falls".