Condannato all’ergastolo per l’uxoricida di Calvo Nicolino Corsaro:per il pm c’è la premeditazione
La difesa, sostenuta dall’avvocato Giorgio Valfrè aveva chiesto una nuova perizia psichiatrica, dopo quella affidata alla dottoressa Alessandra Luzzago che lo dichiarava totalmente capace di intendere e volere. LA RICOSTRUZIONE DELL’EFFERATO DELITTO.
Il gup Maria Grazia Leopardi di Sanremo ha condannato, in primo grado, all'ergastolo: Nicolino Corsaro, l'artigiano ventimigliese di 47 anni che il 14 dicembre del 2007, in frazione Calvo a Ventimiglia, uccise con due fuciliate l'ex moglie, Carmelina Gagliardi, di 49 anni, per motivi legati alla spartizione dell'alloggio matrimoniale. L'udienza si e' svolta nelle forme del rito abbreviato. Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero Vittore Ferraro, ravvisando a carico di Corsaro le aggravanti della premeditazione e della minorata difesa, oltre al fatto di aver ucciso la moglie.
Come sconto di un terzo della pena – che viene applicato nei riti abbreviati – ha revocato la pena accessoria dell'isolamento diurno dell'imputato. A incastrare Corsaro, tuttavia, e' stata una dichiarazione resa proprio al giudice Leopardi, due anni prima dell'efferato delitto, quando comparso in un processo per molestie e minacce nei confronti del coniuge affermo' di averla voluta ammazzare, ma di non esservi riuscito.
La difesa, sostenuta dall'avvocato Giorgio Valfre' ha, invece, chiesto una nuova perizia psichiatrica, dopo quella affidata alla dottoressa Alessandra Luzzago che lo dichiarava totalmente capace di intendere e volere e, in alternativa la pena minima. In passato, Corsaro era gia' stato sottoposto a due perizie psichiatriche, nel 2003 e nel 2005, che lo davano rispettivamente: seminfermo di mente e totalmente incapace. 'Ritengo la pena troppo alta – ha affermato Valfre' – e dopo aver esaminato le motivazioni ricorreremo in appello'.
La ricostruzione del delitto secondo la deposizione dell'imputato
Corsaro ha raccontato di essere salito fino all'ultimo gradino che porta sull'uscio di casa dell'ex moglie, di aver bussato alla porta e di aver esploso in rapida successione i tre colpi, non appena la donna gli ha aperto. L'abitazione, in cui abitava solo la donna, era stata acquistata da Corsaro a fine anni Novanta con i soldi dell'assicurazione che lo aveva risarcito per un gravissimo incidente stradale avvenuto nel 1997.
I due coniugi convissero per 15 anni. Nel 1997 l' uomo rimase coinvolto in un drammatico incidente, in cui riportò un trauma cranico che lo mandò in coma. Con i soldi del risarcimento, alcune centinaia di milioni di vecchie lire, i due comprarono casa a Calvo, si sposarono e, qualche tempo dopo, lui donò alla moglie la sua parte. Nel 2002, secondo il racconto dell'omicida , la moglie scappò in Spagna con un altro uomo e i due si separarono.
Il 14 novembre del 2007, Corsaro ottenne l'annullamento del matrimonio, perché dichiarato incapace di intendere e volere al momento del matrimonio, a causa del forte trauma subito nell'incidente. Dal 2002 in poi, l'uomo continuò a chiedere all'ex moglie i soldi di quella parte di casa che gli aveva donato. Per ottenerli le fece causa e la minacciò più volte, tanto che nel 2005 venne arrestato. Nel frattempo, però, si rifà una vita con un'altra donna che dà alla luce una bambina, oggi di 5 anni.
Su espressa richiesta della famiglia non abbiamo pubblicato la foto della vittima