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Alcuni pensieri “in disordine”, come lo stesso lettore li definisce, sulla città di Sanremo

28 dicembre 2008 | 17:27
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Alcuni pensieri “in disordine”, come lo stesso lettore li definisce, sulla città di Sanremo

“Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli”

Da molti anni frequento Sanremo, ne ho visto i cambiamenti, ne ho apprezzato, ne apprezzo il suo clima, il suo entroterra, spero di passare gli ultimi anni in riva al mare nell’ipotetico futuro "fronte mare" non voglio scriverlo in inglese ché non  mi piace usare terminologie non del mio paese. In questi giorni ho letto sulla stampa locale previsioni disastrose: a) incassi casino a picco, b) calo delle presenze del 50% e cosi via. Sono certo previsioni che devono preoccupare, ma Sanremo è Sanremo. E allora si
chieda che scendano in campo i talenti migliori, i masterizzati americani, i bocconiani di ferro (o forse Sanremo li ha già spesi tutti). Normalmente nelle nostre attività quotidiane siamo soliti distinguere le entrate in ordinarie da quelle straordinarie. Ora in un bilancio pubblico le ordinarie dovrebbero essere quelle che derivano dalle tasse, quelle straordinarie da donazioni alienazioni ecc., parte delle prime dovrebbero coprire le spese correnti, cioè la gestione della macchina pubblica mentre altre dedicate alla manutenzione ordinaria della città (ICI) le seconde essere usate per interventi straordinari, ma bando a queste sciocchezze.
L’ ultima amministrazione cade per la mancata approvazione del bilancio ché il casino non ha inviato alle casse comunali l’importo previsto, così almeno mi dicono i miei amici locali. A me foresto mi piacerebbe sapere come è possibile inserire in un  bilancio preventivo una entrata straordinaria e preventivarne l’ampiezza in anticipo, entrata che è fino a poco tempo addietro era anche in deroga al codice penale (tale era considerato il gioco d’azzardo), in nessuna delle nostre aziende faremmo una cosa del genere,bensì la introduciamo nel bilancio consultivo. Ma oggi siamo più moderni la finanza internazionale ci ha insegnato che basta mettere numeri di fantasia e ci si può indebitare, si possono accendere mutui, vendere i debiti dei debiti chiamandoli fondi di investimento; l’importante è che la macchina non si fermi (come si direbbe al tavolo del poker, speriamo che il bluff riesca e l’avversario non venga a vedere). Per essere ancora più patetico voglio ricordare a quanti avranno tempo e voglia di leggere questi pensieri in disordine cosa diceva "inutilmente" un conterraneo: "Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi".
Cara Sanremo,le tue attività turistico-alberghiere, floricole, commerciali si rispecchiano nella predica inutile teste citata. Se si, non avrai nulla da temere, diversamente la fine è quella dei mutui americani. Venuto l’inverno la formica si mangiò la cicala. Scaramouche.

Un Lettore di Riviera24