La Regione Liguria annuncia la prossima apertura del Museo della cultura e dell’arte brigasca

18 novembre 2008 | 11:23
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La Regione Liguria annuncia la prossima apertura del Museo della cultura e dell’arte brigasca

Interessate le frazioni di Realdo e Verdeggia, già facenti parte del soppresso Comune di Briga Marittima

Anche due dei tre villaggi della Provincia di Imperia che appartengono alla famiglia della cultura occitana e cioè Realdo e Verdeggia avranno il loro museo, struttura destinata a rivitalizzare una cultura popolare che ormai, complice l’inesorabile invecchiamento della popolazione di montagna, si sta estinguendo. L’annuncio è stato dato dalla Regione Liguria al Sindaco di Triora, comune cui dal 1947 appartengono i due villaggi, ed al presidente dell’Associazione “A Vastera” Antonio Lanteri che da anni si batte affinché, come già succede nella vicina Provincia di Cuneo, vengano adottate normative atte a valorizzare il grande patrimonio culturale di questo antico popolo, strettamente imparentato con i vicini provenzali d’oltralpe. Il Museo della cultura e dell’arte brigasca sorgerà in un fabbricato del ‘700 nel centro della frazione di Realdo, Reaud in occitano. Interessata all’iniziativa anche la vicina frazione di Verdeggia anch’essa, pur se la sua storia è parecchio differente da quella di Realdo, abitata da gente brigasca di ceppo occitano. La vita nei paesi brigaschi da sempre è stata influenzata dalle varie linee di confine che spesso nei secoli hanno separato, od unito a seconda dei punti di vista, persone appartenenti allo stesso ceppo. Già divise tra Repubblica di Genova, cui apparteneva la prima, e Ducato di Savoia, cui apparteneva la seconda, le frazioni di Verdeggia e Realdo trovarono un’unità territoriale solamente nel 1860 con l’unità d’Italia quando entrambi i villaggi furono aggregati al comune cuneese occitano di Briga Marittima. Con la disfatta dell’Italia mussoliniana nella seconda guerra mondiale il comune di Briga Marittima fu soppresso in quanto più della metà del suo territorio, compreso il capoluogo, venne incamerato nel proprio territorio dalla Francia come risarcimento per i danni di guerra patiti. Solamente alcuni remoti villaggi di montagna, già frazioni di Briga Marittima, come Piaggia, Realdo, Verdeggia, Upega e Viozene rimasero in Italia. Piaggio, Upega e Viozene andarono a costituire il microscopico comune piemontese di Briga Alta mentre Realdo e Verdeggia, dopo varie vicissitudini, finirono sotto la sovranità del Comune di Triora. La maggioranza della popolazione triorese ovviamente era ed è di ceppo e cultura ligure, ai tempi della Repubblica di Genova Triora era sede di un’importante podesteria, per cui gli occitani da subito si costituirono in associazione e chiesero alle istituzioni la creazione di luoghi che preservassero l’originale cultura occitana anche nelle remote valli attorno al Saccarello sulla falsariga di quanto avviene nelle cuneesi valli Grana, Maira e Varaita. Ora grazie ai duecentocinquantamila Euro concessi dalla Regione Liguria ciò è possibile e di buon auspicio per la rinascita culturale di una zona scarsamente abitata che per ora costituisce un unicum solamente sotto il profilo ecclesiastico, appartenendo tutti i villaggi brigaschi rimasti in Italia alla Diocesi di Ventimiglia- Sanremo.

Sergio Bagnoli