Incontro tra l’Associazione Frontalieri Autonomi Intemeli e il Ministro On. Claudio Scajola

11 novembre 2008 | 08:50
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Incontro tra l’Associazione Frontalieri Autonomi Intemeli e il Ministro On. Claudio Scajola

“Siamo fiduciosi che il Ministro si adopererà per una legge che preveda una equa imposizione fiscale tenendo conto delle difficoltà del lavoro transfrontaliero ” afferma Roberto Parodi, Segretario Fai

La FAI Associazione Frontalieri Autonomi Intemeli ha incontrato il Ministro On. Claudio Scajola.
Hanno partecipato all’incontro il presidente della FAI Santo Fortugno, il segretario Roberto Parodi il consigliere Maurizio Morabito  era  presente anche il Sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino.
Abbiamo chiesto al Ministro un intervento di urgenza con una legge che aumenti il bonus fiscale dagli attuali 8000 euro (in vigore dal 2003) a 12000 estesa anche per i pensionati frontalieri.
Abbiamo consegnato nelle mani del Ministro una lettera spiegando le difficoltà che i frontalieri si trovano ad affrontare ogni giorno.
La mancanza del TFR, le malattie non pagate per  i primi tre giorni e in molti casi pagate solo al 50% nei giorni restanti, l’assenza della  13° mensilità Alcune questioni derivano dalla convenzione generale di sicurezza sociale italo-monegasca del 1982 – in corso di revisione – che produce alcune differenze di trattamento tra frontalieri a seconda
 che risiedano in Italia o in Francia; le altre questioni sono invece di natura squisitamente fiscale e costituiscono un problema tutto italiano.
Come molti sanno, la legge finanziaria del 2002 ha attuato la “mini riforma”, che assoggetta il reddito dei frontalieri al pagamento delle imposte in Italia, fatti ovviamente salvi gli eventuali accordi bilaterali contro le doppie imposizioni. A fronte di questa tassazione, lo Stato italiano
concede ogni anno, con la Finanziaria, un bonus fiscale di 8000 € ai soli lavoratori frontalieri (quindi pensionati esclusi) da dedurre dall’imponibile, e ciò per compensare alcune situazioni quali,
 ad esempio:
– L’assistenza sanitaria nel Principato di Monaco in caso d’emergenza, d’infortunio sul posto di lavoro o dietro autorizzazione ad hoc, ma non per malattia, per la quale i frontalieri fruiscono del sistema sanitario italiano (occorre rilevare che il Principato riversa ogni anno allo Stato italiano una parte cospicua dei contributi da lavoro frontaliero incassati);
 – La concessione d’assegni familiari d’importo inferiore a quelli assegnati ai frontalieri residenti in Francia (trattasi di una questione delicata perché se è vero che l’ammontare dell’assegno è allineato
 al costo della vita nel posto in cui vive il lavoratore, è altrettanto vero che l’assegno versato al frontaliero residente in Francia tiene conto degli accordi francomonegaschi, i quali “assimilano” le città francesi limitrofe al territorio del Principato);
 – In tema d’assunzioni, il diritto di priorità dei residenti nelle città limitrofe francesi sui frontalieri residenti in Italia iscritti nelle liste di collocamento (in caso di licenziamento per motivi economici,
 la situazione s’inverte)
Questi sono solo una parte delle problematiche dei lavoratori e pensionati frontalieri.
Essere frontalieri oggi è una necessità  dovuta dalla mancanza di lavoro in Italia un problema che con l’ultima crisi finanziaria purtroppo si sta sentendo nelle industrie del principato dove sono iniziati i licenziamenti.
Si tratta di uomini e di donne che si trovano ad affrontare problemi normativi e fiscali, ma anche di gestione familiare.
IL problema del bonus fiscale è soggetto ad ogni finanziaria un provvedimento con una legge porterebbe alla fine di una precarietà che si ha ogni anno
Il provvedimento riguarda 3700 lavoratori e circa 8000 pensionati.
Siamo fiduciosi che il Ministro si adopererà per una legge che preveda una equa imposizione fiscale tenendo conto delle difficoltà del lavoro transfrontaliero 

Roberto Parodi segr.FAI