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Silvio Zaghi risponde all’Assessore Fossati

27 ottobre 2008 | 07:55
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Silvio Zaghi risponde all’Assessore Fossati

“Non basta dire che la scuola deve cambiare e resa più efficiente, bisogna dire come e in che cosa, altrimenti si gioca con le parole sulla credulità e sulla pelle delle persone”

L’assessore Fossati ha buona memoria: sono quell’insegnante che 25 anni fa era noto per essere di sinistra e lo sono ancora. Detto questo, dal momento che il nocciolo delle esternazioni dell’assessore riguardava la strumentalizzazione degli insegnanti nei confronti degli alunni, vorrei fare qualche precisazione. L’argomentazione dell’assessore:
– è una fallacia, cioè un errore logico, che si chiama ad hominem, consistente nel negare il valore di una tesi, senza entrare nel merito, negando il valore della persona che la sostiene. E’ una delle critiche più scontate e superficiali,  individua il nemico, evita di pensare e si può facilmente respingere al mittente: “Tizio sostiene questa tesi perché è del PDL”;
– è un errore sociale, perché offende gli studenti considerandoli privi di consapevolezza e incapaci di esercitare la loro intelligenza. Eppure, nell’incontro che l’assessore ha avuto con i docenti e i ragazzi del Liceo Vieusseux, alcuni di loro si sono dichiarati di destra e altri privi di connotazione politica. Ma evidentemente non basta: la paternalistica condiscendenza con la quale si ammette che gli studenti hanno il diritto di “manifestare”, è sempre accompagnata, a dir poco, dall’accusa di ingenuità;
– è un errore politico. Se l’assessore alzasse lo sguardo dal suo microcosmo, si renderebbe conto che in molte città le lezioni all’aperto vengono tenute da insegnanti e docenti universitari di ogni orientamento e che questo movimento che si oppone alla riforma è trasversale dal punto di vista generazionale e ideologico. Tutti, genitori, studenti, docenti e rettori di università male informati o strumentalizzati?
L’assessore, lui sì politicamente schierato, deve sostenere la tesi della strumentalizzazione da parte di “facinorosi” della sinistra, per evitare di misurarsi con quello che la riforma Gelmini effettivamente è: una semplice operazione finanziaria a danno della scuola pubblica, vergognosa nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché non si presenta come decreto legge blindato una riforma di questa portata, senza discuterne con la parti sociali, senza dibattito parlamentare. Nel merito, perché in questo decreto non c’è nulla che riguardi la formazione, la didattica, la ricerca, vale a dire la qualità dell’istruzione. Non basta dire che la scuola deve cambiare e resa più efficiente, bisogna dire come e in che cosa, altrimenti si gioca con le parole sulla credulità e sulla pelle delle persone.
Se lo lasci dire, assessore, non si faccia strumentalizzare.

Silvio Zaghi