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Massimo Vezza, patron della San Lorenzo, accusato anche di occupazione di suolo demaniale

22 ottobre 2008 | 06:00
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Massimo Vezza, patron della San Lorenzo, accusato anche di occupazione di suolo demaniale

Si è appesantita la posizione degli imputati nel processo per le opere abusive realizzate a Pieve di Teco e commissionate da Massimo Vezza, che desiderava allargare l’attività in Valle Arroscia

Si è appesantita, con la nuova contestazione del pm Filippo Maffeo (occupazione di suolo demaniale), la posizione dei tre imputati nel processo per le opere abusive realizzate a Pieve di Teco e commissionate da Massimo Vezza, patron della San Lorenzo, che desiderava allargare l’attività in Valle Arroscia. Il nuovo reato si aggiunge a quello di invasione di terreni e deturpamento, costato il rinvio a giudizio per Vezza, committente, per il progettista Paolo Verda e per il costruttore piemontese Giovanni Carlo Borsa, il quale realizzò, 4 anni fa, un piazzale e un muro. Secondo la difesa il piazzale e il muro esistevano già prima che venisse acquistato il capannone, nell’ottobre 2003. La prossima udienza si terrà il 29 gennaio 2009.