Lettera di CNA Liguria al presidente della Regione Claudio Burlando e all’assessore Guccinelli

27 ottobre 2008 | 15:33
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Lettera  di CNA Liguria al presidente della Regione Claudio Burlando e all’assessore Guccinelli

“La stretta creditizia soffoca le imprese. Ora più che mai devono essere premiate le imprese virtuose evitando di disperdere risorse verso imprese decotte”

I segni della crisi stanno mettendo in seria difficoltà le imprese liguri. Tutti i settori risultano colpiti dalle difficoltà dei mercati e dalla stretta del credito.
Ovviamente i settori più esposti sono quelli a maggior contatto col consumatore
finale, quali il commercio e, per quanto riguarda l'artigianato, i settori più simili alle attività commerciali, quali quelli dei servizi alla persona dell'artigianato urbano in generale. Le imprese che investono, che innovano, che sono riuscite ad allargare il loro orizzonte di mercato, viceversa stanno decisamente meglio. L'indagine congiunturale promossa dalle associazioni artigiane su un campione di 1500 imprese artigiane liguri ci dice questo. Ci dice anche che purtroppo ben il 67% delle imprese liguri utilizza come strumento principale d'approvvigionamento finanziario credito a breve termine, sostanzialmente sotto forma di scoperto di conto corrente. Quindi la forma più cara e maggiormente penalizzante per le imprese, queste sono le imprese che rischiano maggiormente.
Purtroppo se c'è una cosa che questa crisi ha dimostrato è che quello che
bisognerebbe cambiare sono le basi stesse dell'accordo di "BASILEA 2". Quest'accordo tra le banche centrali dei paesi maggiormente sviluppati è stato in sostanza un accordo a tutela del mondo delle banche, che avevano deciso di disinvestire rispetto al mondo della produzione (l'economia reale), privilegiando investimenti a rientro rapido e quindi a rischio elevato come quelli di carattere esclusivamentefinanziario.
La crisi attuale è figlia di quella filosofia e gli strumenti adottati dalla banca
centrale europea sono totalmente inadeguati. Le vecchie politiche non hanno più
ragion d'essere: i governi e la BCE devono lavorare per abbassare drasticamente il
tasso di sconto e conseguentemente i tassi d'interesse. Le banche devono fare la
loro parte adeguando rapidamente non solo i loro tassi, ma privilegiando gli
impieghi produttivi rispetto all'"economia di carta".
Forse in questo scenario drammatico uno dei pochi vantaggi dell'Italia, rispetto a
paesi come gli USA e la Gran Bretagna è quello di avere ancora un elevato rapporto
d'investimenti sul produttivo rispetto a quelli finanziari, seconda in questa
graduatoria tra i paesi più sviluppati solo alla Germania. Dubitiamo fortemente che
politiche che puntino solo ad incentivi per la "rottamazione" di auto o di
elettrodomestici possano portare grandi benefici all'economia italiana, costituita per oltre il 90% da Piccole e Medie Imprese,servono piuttosto interventi mirati alle esigenze di queste imprese.
Molte regioni stanno dando vita a FONDI ANTICRISI, crediamo che questa possa essere una strada, anche se occorrono delle cautele.
Alle imprese, a quelle vere che lavorano e producono, non serve un ENTE DI
ASSISTENZA, così come non serve buttare soldi pubblici, che sono di tutti noi
cittadini, in imprese decotte solo per prolungarne l'agonia, servono invece
strumenti forti ed efficaci, così come serve l'immissione di risorse in grado di
stimolare investimenti e fiducia. Occorre accelerare al massimo l'uscita dei bandi
del nuovo POR e, contemporaneamente, avviare una seria riflessione sulle possibilità del sistema reale delle imprese liguri di utilizzare nel modo migliore quelle risorse. Nei bilanci futuri si dovrà fare uno sforzo comune per sostenere le imprese e, conseguentemente l'occupazione.
La REGIONE LIGURIA ha fatto una scelta strategica, che ha ottenuto, caso unico in
Italia, un'adesione unanime e senza precedenti, proponendo l'unificazione dei vecchi
consorzi fidi di settore in un unico grande confidi intersettoriale, che comprende
tutte le categorie: industria, artigianato, commercio e turismo, agricoltura e
cooperazione. Questo e solo questo è lo strumento che va rafforzato e non altri.
Questa sarebbe una scelta coerente e in grado di realizzare reali economie di scala
e di costituire un interlocutore solido e credibile di fronte al modo bancario. A
questo nuovo "CONFIDONE" vanno affidati eventuali nuovi fondi anticrisi, da gestire
non per finanziare imprese decotte (qualche limite bisognerà pur metterlo!) ma per
sostenere le imprese sane di fronte alle difficoltà del momento.
Le camere di commercio, a cominciare dalla camera di commercio Genova che ha
reiterato il tradizionale stanziamento di cinquecentomila euro a favore dei consorzi
fidi, devono concorrere a rafforzare il nuovo strumento unico e unitario, evitando
di disperdere risorse e favorendo, non solo a parole, il nuovo confidi regionale,
unica struttura in grado di resistere alla crisi ed alla forte concorrenza
proveniente da fuori regione.

GIANFRANCO DAMIANO Presidente regionale di CNA LIGURIA