Il Partito Comunista dei Lavoratori sui provvedimenti del Ministro Gelmini

28 ottobre 2008 | 08:06
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Il Partito Comunista dei Lavoratori sui provvedimenti del Ministro Gelmini

Giovedì 30 ottobre ad Imperia un corteo indetto dalla CGIL e altri sindacati partirà da Piazza Bianchi alle ore 9.30

Nonostante la sempre più crescente mobilitazione di massa in difesa della scuola pubblica e dell’università e in opposizione ai provvedimenti del Ministro Gelmini, le destre si ostinano lo stesso a demonizzare la protesta, giudicando gli studenti dei facinorosi e non consapevoli di ciò che contestano, gli insegnanti dei ricattatori nei confronti dei loro alunni, che usano come moneta di scambio per tutelare i propri interessi e infine i genitori, che coinvolgono civilmente i loro bambini nelle occupazioni delle scuole elementari insieme a maestri e altre famiglie, degli irresponsabili.
La campagna di criminalizzazione nei confronti del mondo della scuola in lotta lanciata dal PdL, seppure con scarsissimi successi, si pone l’obiettivo di intimorire gli studenti e insegnanti e di sminuire tra l’opinione pubblica le ragioni per le quali si stanno mobilitando in questi giorni.
Non sono mancate, inoltre, le minacce dirette da parte del Premier Berlusconi, che ha annunciato l’intervento delle forze delle ordine nelle università e istituti superiori occupati, per poi smentire, come al solito, il giorno successivo. Le destre, impossibilitate nell’argomentare positivamente i decreti emanati dalla Ministra Gelmini, data la natura anti-popolare e classista di essi, come unico strumento a disposizione per fronteggiare il sempre più vasto movimento studentesco e dei lavoratori della scuola, adopera la menzogna, rivolgendo accuse infondate ai contestatori e gettando sospetti, tramite giornali e televisioni di proprietà del Cavaliere, sulle future iniziative di lotta, prevedendo infiltrazioni da parte di cellule appartenenti alle BR ( esistono ancora ? ).
Come se non bastassero le minacce di Berlusconi, abbiamo anche potuto apprendere del suggerimento su come “eliminare” i manifestanti (infiltrare agenti atti a  creare tensione per poi reprimere senza pietà) che l’ex Presidente della Repubblica nonché senatore a vita Francesco Cossiga ha voluto dare al ministro dell’interno Maroni.
Tutto ciò sta ad indicare che il Governo teme nel continuo ingrandirsi del movimento, che si oppone alla “riforma” Gelmini, una forza che può seriamente minare la sua stabilità. Impaurisce anche la coscienza e la responsabilità che sta assumendo il movimento contro il decreto  che, al di fuori da ogni logica corporativa, lotta per una scuola di massa contro una scuola di classe e in difesa dei diritti allo studio e al sapere.
Difatti in tutta Italia si sta assistendo ad occupazioni , autogestioni e assemblee nelle quali si affrontano con dibattiti e analisi i contenuti dei diversi decreti emanati dalla Gelmini in materia di istruzione pubblica e di università e da cui tante sono le proposte emerse a favore di un sistema scolastico e universitario migliore e più accessibile rispetto a quello attuale.
Studenti, insegnanti e lavoratori della scuola, che oltre ad agire unitamente nella lotta, si confrontano ripassando la Costituzione riguardo il diritto allo studio, ripercorrendo la storia del movimento studentesco, le sue sconfitte e le sue conquiste e analizzando in modo approfondito tutti gli attacchi che ha subito la scuola pubblica e l’università negli ultimi vent’anni.
Gli 8 miliardi di tagli previsti dal Governo che si vanno a sommare altri 4 del precedente esecutivo di centro-sinistra, il decreto sul maestro unico e il licenziamento di 160mila dipendenti del settore a cui va aggiunta la sparizione di altri 40mila posti di lavoro, sancita sempre dallo scorso Governo Prodi, non può lasciare indifferenti gli studenti che come utenti riceveranno un servizio di minore qualità, gli insegnanti e lavoratori ATA che rischiano di perdere lavoro e le famiglie su cui graveranno maggiori spese e sacrifici per garantire gli studi ai propri figli.
Da anni la scuola pubblica è posta sotto attacco dai governi borghesi sia di centro-sinistra e sia di centro-destra, decurtando ogni anno i fondi destinati all’istruzione, mantenendo in una permanente condizione di precarietà decine di migliaia di lavoratori del settore, aumentando le tasse universitarie, affidando le università alla gestione diretta delle imprese private e non investendo nessun soldo nell’edilizia scolastica.
Nonostante il Governo anteponga ai diritti allo studio e al sapere la necessità di risparmiare sulla spesa pubblica, il mondo del lavoro si trova comunque costretta a versare contributi per mantenere 26mila insegnanti assunti dalle diocesi ma pagati dallo Stato e che nelle graduatorie per le assunzioni a tempo indeterminato partono con dei punti di vantaggio, finanziare ogni anno, ininterrottamente a partire dal 1998 con il primo Governo Prodi, centinaia di milioni di euro alle scuole private e confessionali e sostenere con miliardi di euro missioni militari e i privilegi fiscali a beneficio della Chiesa.
Dinanzi a tale ingiustizia che colpisce la scuola dei figli dei lavoratori per favorire la scuola dei figli dei ricchi, anche in ambito locale non sono mancate prese di posizione decisive e significative come occupazioni e l’autogestione di diversi istituti superiori. E venerdì 24 ottobre il movimento contro la Gelmini nelle due manifestazioni, una svoltesi a Sanremo, l’altra ad Imperia, è riuscita a coinvolgere complessivamente più di 1600 persone. Ciononostante i principali dirigenti della destra locale continuano ad intervenire per mezzo stampa con dichiarazioni provocatorie e ipocrite paternali, non rassegnandosi alla pesante sconfitta che il mondo della scuola in lotta ha inferto al Governo Berlusconi. D’altra parte con il costante accrescersi della protesta non sono mancati tentativi di appropriazione da parte del PD, i cui rappresentati benché si siano spesi in, chissà quanto sinceri, messaggi di solidarietà, si dimostrano ancora una volta fintamente immemori dei tagli di cui si rese promotore il precedente Ministro all’Istruzione Pubblica Fioroni.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, al momento, si sta adoperando nell’estendere la protesta ai settori estranei del mondo della scuola, informando la collettività sui contenuti dei provvedimenti della Ministra Gelmini e sull’importanza dei diritti allo studio e al sapere, che con i tagli previsti rischiano di essere calpestati definitivamente, valorizzandoli come un bene comune da dovere difendere e universalizzare.
Ci schieriamo, dunque, in tutto e per tutto dalla parte degli studenti ( a cui va riconosciuto di essere categoria trainante dell’attuale mobilitazione contro la Gelmini, dando prova di una maturità e responsabilità ineccepibili ) e di tutti i lavoratori della scuola, insegnanti e personale ATA, data la sensatezza delle ragioni per cui stanno lottando compattamente.
Altri appuntamenti sono previsti per i prossimi giorni. Quello più immediato è il corteo indetto dalla CGIL e altri sindacati, in programma per giovedì 30 ottobre che avrà luogo ad Imperia e che partirà da Piazza Bianchi alle ore 9,30 e nel quale non mancherà un nostro sostanziale contributo di lotta.
Ci appelliamo, dunque, a tutte/i le/i lavoratrici/tori a non mancare, entro i limiti delle loro possibilità, a tale iniziativa e a sostenere sia idealmente e sia materialmente l’attuale movimento studentesco e dei lavoratori della scuola, il primo che al momento ha messo seriamente in discussione la credibilità del Governo Berlusconi.