Confartigianato Trasporti: Ultimatum di 10 giorni al Governo o sarà blocco dell’autotrasporto

17 ottobre 2008 | 09:13
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Confartigianato Trasporti: Ultimatum di 10 giorni al Governo o sarà blocco dell’autotrasporto

Afferma Antonio Marzo (Confartigianato Imperia): “La speranza è ovviamente quella di risolvere il tutto senza dover arrivare al fermo”

“Ultimatum di 10 giorni al Governo. O accetta di sottoscrivere gli accordi di giugno con le categorie dei trasportatori o dopo una serie di assemblee regionali e provinciali sarà agitazione e fermo dei TIR”. Le affermazioni sono di Francesco Del Boca, Presidente Nazionale di Confartigianato Trasporti e sono rafforzate da Antonio Marzo, presidente della categoria imperiese degli autotrasportatori di Confartigianato.
L’ipotesi del blocco si palesa dopo vari “dietro front” del Ministro dei Trasporti Matteoli.
Confartigianato Trasporti ha chiesto comunque un ennesimo incontro al Ministro per evitare l’avvio di un percorso dagli esiti indubbiamente pesanti per il Paese e per le stesse aziende del trasporto.
Facendo un breve excursus storico sulla vicenda si ricorda che le sigle maggiormente rappresentative del settore avevano accolto favorevolmente l’impegno del Governo di introdurre regole per determinare parametri di riferimento necessari ad assicurare i costi della sicurezza sociale e della circolazione. In sintesi l’accordo di giugno con il Governo, ottenuto grazie all’intervento diretto del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, aveva già evitato un fermo estivo. L’accordo stabiliva tariffe legate al consumo di gasolio, in modo da evitare bruschi deprezzamenti dei costi del trasporto. Nello specifico si tratta di una tariffa legata al costo del gasolio, la quale stabilisce che al variare del costo del carburante anche la tariffa generale del trasporto vari. Tale tariffa dovrebbe risultare composta per l’80% da costi fissi e variabili dell’impresa di autotrasporto (personale, manutenzione, gestione) e per il restante 20% da costi kilometrici. L’emendamento dell’autotrasporto ha poi seguito l’iter di conversione in legge, avvenuta ad agosto. Ma di fatto oggi la legge non ha trovato applicazione.
Adesso, palesi violazioni degli accordi e della legge di questi ultimi giorni, stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese di trasporto, che per continuare ad operare sul mercato, cercando di competere con la concorrenza dei paesi comunitari ed extracomunitari dell’Est, dove i dipendenti costano meno, la pressione fiscale è inferiore, il carburante ha quotazioni più basse, sono costrette a non rispettare gli orari obbligatori di viaggio, i carichi, la manutenzione ordinaria del parco mezzi e in molti casi vengono addirittura utilizzati autisti non in regola e non in possesso dei requisiti morali necessari a svolgere il mestiere.
Conclude Antonio Marzo (Confartigianato Imperia): “la speranza è ovviamente quella di risolvere il tutto senza dover arrivare al fermo. Ci auguriamo che il Governo rispetti gli impegni assunti e applichi una legge già approvata. Se ciò non dovesse accadere la categoria è pronta a manifestare. L’unica cosa che voglio sottolineare è che siamo tutte persone con la testa sul collo e responsabili: stiamo cercando di valutare il periodo dello sciopero, se ci sarà, in modo da non farlo coincidere con le festività natalizie. La questione deve rimanere tra le categorie del trasporto ed il Governo, senza gravare su altri settori economici e soprattutto sulle tasche dei cittadini, che purtroppo sono sempre l’anello debole della catena”.