Imperia

I Benedettini ripopolano le valli dell’entroterra di Imperia

18 settembre 2008 | 12:06
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I Benedettini ripopolano le valli dell’entroterra di Imperia

“I sei monaci che hanno ripopolato le valli dell’entroterra sono stati una vera e propria benedizione” ha affermato il Vescovo diocesano, Mons. Mario Oliveri

Come dopo la caduta dell’Impero romano quando, passata la furia barbarica, furono i protagonisti della rinascita religioso- culturale dell’Europa occidentale, fedeli alle prescrizioni impartite al loro Ordine dal suo fondatore e cioè da San Benedetto da Norcia, oggi sei monaci benedettini si stanno proficuamente adoperando per mantenere vivo il sentimento cristiano, nelle forme della confessione cattolica, tra le colline dell’entroterra imperiese. Troppe sono infatti le chiese ormai chiuse al culto, e sprangate al fine di impedire il loro sistematico saccheggio da parte di ladri d’opere d’arte senza scrupoli, che si ergono tra gli argentei ulivi delle valli imperiesi. Alcune di esse addirittura rivestono nella storia di questi paesini, tanto amati dai turisti nordici, un’importanza culturale ed artistica capitale. Causa di questo progressivo abbandono come spiegano in Curia ad Albenga, la città episcopale che ha giurisdizione su queste terre, è il progressivo ed inarrestabile invecchiamento del clero diocesano che ogni anno conta molti più morti che nuovi consacrati. Penuria di vocazioni, dunque, in questa regione “ edonista, sazia e disperata”, come ebbe a definirla una volta Papa Giovanni Paolo II°, che non è in grado neanche di assicurare un minimo di turn- over al clero diocesano. Parecchi giovani stanchi del materialismo che domina nel mondo moderno, comunque preferiscono al seminario diocesano l’abito monacale, probabilmente perché ritengono questa scelta maggiormente radicale. “ I sei benedettini mandati nelle valli imperiesi sono un vero dono di Dio per la nostra chiesa un po’da restaurare” ha detto il Vescovo di Albenga- Imperia Mons. Oliveri. Qualche anno fa infatti l’abbazia dei Santissimi Nazario e Celso di Borgomaro, di aspetto rinascimentale, rinacque a nuova vita grazie all’arrivo di tre monaci che oltre a restaurarla ricominciarono la coltivazione dei campi circostanti, di proprietà della stessa. “ Ora et Labora” è infatti il motto dell’Ordine benedettino. Quest’anno invece nella vicina Val Prino, ad occidente del capoluogo del Ponente ligure e precisamente nella frazione Villatalla del Comune di Prelà, altri tre benedettini, provenienti dal convento francese di Le Barroux hanno riaperto la casa canonica del paese e rivitalizzato l’antica parrocchiale che cade sotto il governo di Don Sandro Marzano, parroco di Dolcedo, Tavole e Villatalla.Celebrano le funzioni in lingua latina, secondo il recente “ Motu proprio”di Papa Benedetto XVI°. Quando c’è bisogno invece in lingua volgare sono sempre disposti a sostituire il giovane e dinamico canonico Marzano, con cui la collaborazione è ottima, nella celebrazione di funzioni ordinarie. Grazie alla presenza di questi sei monaci il senso religioso in queste valli, che non era mai del tutto scomparso, sta rigogliosamente rinascendo.  Ancora una volta dunque, come già fu più di mille anni fa, i benedettini sono chiamati a far riscoprire all’occidente in tempi di crisi il verbo di Cristo, vera e propria caratteristica tipica e fondante di tutta la cultura europea. Con risultati apprezzati da credenti e no.


Sergio Bagnoli