Lettera aperta da parte di Michele Galante al fratello defunto

1 agosto 2008 | 12:00
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Lettera aperta da parte di Michele Galante al fratello defunto

“Mi ha colpito la sintetica definizione di un organo di stampa della tua personalità: ‘lo psicologo dei bimbi e degli adolescenti’ e credo che non vi possa essere definizione più appropriata”

Michele Galante, fratello di Renato, dirigente del P.D. di Bordighera e psicologo della ASL imperiese, recentemente scomparso, rivolge al defunto una lettera aperta:

"Caro Renato,
ho vegliato la tua salma per giorni, ho visto, con grande meraviglia, piangere adolescenti vicino la tua bara, ho ascoltato l’omelia del sacerdote ai tuoi funerali: ho avuto la conferma di quanto, pur lontani geograficamente, sapevo benissimo. Eri amato, eri stimato, eri apprezzato per il tuo impegno verso “gli ultimi” come li ha definiti il sacerdote officiante il rito funebre.
La ragione di vita che ti ha accompagnato, trova le sue radici nei valori che ci hanno trasmesso i nostri genitori, nella tua capacità di sentire quanto potesse essere sofferta la vita dei ragazzi e degli adolescenti bisognosi di aiuto: e chi non ne ha in questo periodo così difficile e carente di valori diffusi!
Eri il più  piccolo dei fratelli e sei stato il primo a lasciarci: quanto dolore questo ha provocato in me, negli altri fratelli, nei nipoti, nei parenti tutti.
Eri il mio aiuto nei momenti difficili che, io come tanti altri, ho incontrato nel mio percorso di vita, ma non ho saputo darti l’aiuto che ti era necessario in tuoi momenti difficili.
Momenti provocati da chi non ti ha compreso, o non ha voluto comprendere il tuo valore e la tua onestà intellettuale. Costui ha perso una occasione importante della sua vita professionale: il diffuso sentimento di stima e di dolore che hanno accompagnato la tua scomparsa hanno sancito che hanno vinto le tue idee, i tuoi valori, le cose nelle quali credevi. A nulla è valsa la sua pretesa di salutare personalmente la tua salma! Una meschina farsa per dare una ragione alla sua assenza di dignità.
Parlare con te non era mai inutile, credevi e argomentavi nei tuoi ragionamenti sempre pieni di contenuti: con te non si parlava mai del nulla. Ho sempre condiviso le tue convinzioni, ma anche da parte di chi non le condivideva, ricevevano, come meritavano, tutto il rispetto che è dovuto a chi crede in quel che dice e di questo fa ragione della sua vita.
Ricordo la tua collaborazione disinteressata nella esperienza di recupero dei minori devianti a Lecce, i racconti sui “tuoi vecchietti” in uno dei tanti impegni a favore dei meno fortunati, la tua capacità di leggere l’adolescenza.
Mi ha colpito la sintetica definizione di un organo di stampa della tua personalità: “lo psicologo dei bimbi e degli adolescenti” e credo che non vi possa essere definizione più appropriata, nella sua sinteticità, per descriverti.
Hai lasciato affranti dal dolore Nadia, la compagna della tua vita, e Giulia, tua figlia. Alla compagna delle tua vita hai lasciato l’eredità di continuare sulla tua strada: le saremo tutti vicini, te lo prometto.
I fratelli, i nipoti, i parenti tutti, hanno voluto esserti vicino fino all’ultimo. Eri troppo importante per tutti. Eri il riferimento per la sensibilità nei consigli, per la tua capacità di interpretare con dolcezza i bisogni di tutti.
Forse non lo sapevi, ma eri un anello importante della catena di otto anelli che i nostri genitori avevano pazientemente costruito e che teneva uniti tutti noi. Ora quella catena ha sette anelli. Ti abbiamo voluto un grande bene tutti quanti e, senza paura di apparire banale, sento di interpretarne i sentimenti se ti dico che resterai per sempre nei nostri cuori". 

Michele