Giovedì 21 agosto l’On. Raffaele Costa al Palafiori di Sanremo

12 agosto 2008 | 11:03
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Giovedì 21 agosto l’On. Raffaele Costa al Palafiori di Sanremo

Presenterà il suo ultimo libro “Politica e Giustizia ai tempi delle Br””, Diario di un sottosegretario liberale (1979-1980)

Giovedì 21 agosto alle ore 18.30  presso il  Palafiori di Sanremo l’on. Raffaele Costa presenterà il suo ultimo libro “Politica e Giustizia ai tempi del Br"”, Diario di un sottosegretario liberale (1979-1980).
Negli ultimi 20 anni l’on. Costa è stato autore di altri testi: “Il dottore è fuori stanza”, “La mia Prima Repubblica”, “L’Italia dei privilegi” e  “L’Italia degli sprechi”.
Sono passati 30 anni circa da quando Raffaele Costa redasse il suo “diario”, pubblicato in queste settimane (da Mondadori), diario di un sottosegretario liberale (1979-1980) responsabile – per delega governativa – di buona parte delle attività carcerarie.
Quando Costa descrisse, per 259 giorni consecutivi, ciò che accadeva nelle carceri, ma anche nella vita politica italiana, era il tempo delle BR: il caso Moro era scoppiato non da molto ed aveva lascito tracce profonde nella vita politica, ma anche sociale, del Paese.
Per quanto contrastate in modo aspro, le BR continuavano a mietere vittime.
Non pochi brigatisti erano stati arrestati e tradotti nelle carceri di massima sicurezza: molti altri erano ancora in libertà.
La vita nelle carceri era assai tormentata: i brigatisti detenuti continuavano a creare problemi mentre gli altri detenuti, quasi tutti, oziavano nonostante la legge del 1975 che prevedeva, in teoria, ampie possibilità di lavorare soprattutto all’interno degli istituti di pena.
Il diario di Raffaele Costa descrive decine e decine di situazioni carcerarie a dir poco difficili con i detenuti politici intenti a trafficare e con svariate migliaia di detenuti comuni impegnati a poltrire.
Accanto al racconto di diversi episodi legati all’attività delle BR (in primis il caso Peci che diede luogo allo sgretolamento dell’organizzazione sovversiva per merito soprattutto del Generale Dalla Chiesa) il diario evidenzia come nelle carceri non ci fosse un’attività destinata al recupero del condannato lasciato, quasi sempre, in balia della solitudine inattiva ovvero di compagni altrettanto privi di segnali positivi (il lavoro soprattutto) capaci di contribuire al loro recupero.
La previsione dell’autore “chi esce privo di capacità lavorative torna quasi sempre in carcere” ha avuto una conferma nei 30 anni che seguiranno i tempi descritti da Raffaele Costa.
Una conferma divenuta ufficiale in occasione dell’indulto del 2006 che vide passare i detenuti da 61.000 a 39.000 nel giro di pochi mesi, per tornare dopo meno di un anno a quota 55.000 a causa soprattutto dei nuovi reati compiuti da coloro che erano stati scarcerati senza capacità lavorative.
Come creare diverse condizioni?
Raffaele Costa dà un’indicazione: far lavorare i detenuti.
Come? Far si che ditte esterne affidino loro un’attività retribuita in modo diverso (ad esempio la retribuzione a cottimo) da quanto stabilisce la legge del 1975, che prevede tuttora per il lavoratore detenuto i due terzi di quanto previsto all’esterno dai contratti di lavoro, una retribuzione che le ditte (per le complicanze di affidare lavoro a chi è in prigione) non sono in grado di sostenere o non ritengono adeguata.
Il diario verrà presentato in diverse città: secondo Costa potrà essere un’occasione per il mondo politico, e non solo, per rilanciare il tema del lavoro nelle carceri – ad opera di ditte esterne – che costituisce uno strumento utile alla preparazione dei detenuti per quando verranno scarcerati.