Sfratto alla Cri, intervento della Diocesi per portare a una completa conoscenza della verità

“La Curia diocesana ha assicurato da decenni una sede, che offerta in un momento di urgentissima emergenza era prevista come temporanea in attesa di definitiva sistemazione” sottolinea don Giacomo Simonetti
Sulla vicenda dello sfratto alla CRI ci sentiamo in dovere di intervenire per portare il nostro tassello per una completa conoscenza della verità dei fatti, verità stravolta da articoli di stampa talvolta a dir poco “goliardici” per pressappochismo e per gratuiti processi alle intenzioni, alla faccia dell’etica professionale. Così un fatto, da tempo e per tempo concordato (il termine del contratto di locazione), è diventata occasione per denigrare le scelte della Chiesa locale e del Vescovo, come se la Curia diocesana non avesse assicurato da decenni una sede, che offerta in un momento di urgentissima emergenza era prevista come temporanea in attesa di definitiva sistemazione (e di questo neppure un minimo cenno!). Ora la esigenza di unificare i diversi uffici di Curia nel centro della diocesi per un puntuale e soddisfacente servizio alla comunità ecclesiale e la contemporanea scadenza del contratto di locazione della sede (contratto tra l’altro scaduto da più di un anno) della CRI hanno motivato l’atto di sfratto, perché dall’altra parte non si provvedeva ad onorare l’impegno contrattuale. E poi il buon funzionamento degli organismi diocesani è garanzia e sostegno che favorisce le molteplici attività di sensibilizzazione e di solidarietà che da sempre caratterizzano la missione della Chiesa sul territorio. Da rilevare infine come la diocesi per non penalizzare il servizio di pubblica assistenza abbia messo a disposizione della CRI fino ad ottobre i locali di sua proprietà in attesa di sistemazione della nuova sede. A voi il giudizio.