Mascia Foschi chiude la 25esima edizione del Festival di Villa Faraldi

28 luglio 2008 | 12:01
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Mascia Foschi chiude la 25esima edizione del Festival di Villa Faraldi

Lo spettacolo porta il sigillo del Consolato Argentino in Italia come spettacolo «di grande interesse culturale»

Chiusura in grande per la venticinquesima edizione del Festival di Villa Faraldi che dopo cinque appuntamenti di prosa, affida il saluto di commiato ad una grande voce e orchestra. Lo spettacolo può essere a ragione considerato una prima, in quanto la formazione che sarà sul palco mercoledì prossimo (15 archi dell’ensemble della Fondazione Arturo Toscanini di Parma, con il solista al bandoneon Massimiliano Pitocco) si riunisce appositamente per l’appuntamento di Villa Faraldi e propone un programma in cui il tango è suonato, recitato e cantato, in un percorso strumentale e canoro che parte dalle prime musiche e versi dell’inizi del ‘900, fino alle poetiche storie contemporanee di Ferrer e Trejo musicate da Astor Piazzolla. Non mancano momenti di forte drammaticità sui testi di Ariel Dorfman e Jorge Luis Borges.
Sarà Mascia Foschi, straordinaria ed affascinante presenza scenica, accompagnata dal gruppo, e al pianoforte da  Alessandro Nidi, a interpretare quei personaggi femminili sulle musiche e le parole dei più bei tanghi dei primi del Novecento, in cui la donna è sempre protagonista principale della storia: ora eroina, amante, mantenuta, dea o peccatrice.
L’originalità di questo spettacolo è rappresentato proprio dal fatto di proporre tango per grande orchestra (praticamente sconosciuto in Italia) e per di più con una cantante italiana. Sono poche le donne, anche argentine, che possono affrontare un impegno del genere. Il tango sinfonico è riservato a formazioni di un certo spessore, ha molte similitudini con la musica sinfonica ma, con in più, la parte ritmica così riconoscibile nel tango. La Foschi sorprende per la sua padronanza della lingua spagnola e per la riuscita degli adattamenti di molte delle canzoni all’italiano e al femminile senza perdere le caratteristiche originali.
Lo spettacolo porta il sigillo del Consolato Argentino in Italia come spettacolo «di grande interesse culturale».