Il teatro romano di Nervia apre le porte a Virgilio, Ovidio, Orazio e Catullo
“Notte di media estate al Teatro Romano patrocinata dal Comune di Ventimiglia, assessorato alla Cultura e al Turismo e Manifestazioni – un mix raffinato di parti musicali e di letture di testi appartenenti all’età classica latina
I poeti latini rivivono al teatro romano di Nervia.
Uno dei gioielli storici più preziosi di Ventimiglia – grazie ad un’idea della scrittrice ventimigliese Lilia De Apollonia – apre le porte a Virgilio, Ovidio, Orazio e Catullo. Appuntamento venerdì 1 agosto alle 21 e 30.
“Notte di media estate al Teatro Romano” – nell’ambito della manifestazione “Luglio Romano”, patrocinata dal Comune di Ventimiglia, assessorato alla Cultura e al Turismo e Manifestazioni – è un mix raffinato di parti musicali e di letture di testi appartenenti all’età classica latina. Un viaggio piacevole nell’antica Roma alla riscoperta di usi e costumi, amori, tradimenti, cucina e satira.
Le musiche in tema, tratte da colonne sonore dei film più importanti e noti sull’epoca imperiale latina, saranno eseguite dall’artista sanremese Carlo Ormea, accompagnato da altri musicisti.
In repertorio brani tratti dall’Eneide di Virgilio, dagli epigrammi di Marziale, e poi versi di Ovidio e del poeta Catullo, per spaziare nel mondo della satira di Orazio. Leggeranno i brani sei attori d’eccezione, allievi del liceo ventimigliese “Angelico Aprosio”: Chiara Amalberti, Francesco Buono, Donatello e Jacopo Colomba, Andrea Jorio, Elia Marchesi.
La regia e la creazione della serata sono firmate, come detto, da Lilia De Apollonia, giornalista, autrice del recente testo su “Sir Thomas Hanbury e Ventimiglia”, edito dal Comune intemelio. Appassionata di arte e storia locale, illustrerà la serata con cenni sulla vita romana, sul teatro di Albintimilium e la sua scoperta a fine ottocento.
Grazie all’idea della scrittrice, alla volontà e impegno dei liceali e al patrocino del Comune di Ventimiglia, la lingua latina ritorna per la prima volta nel monumento più significativo che i romani hanno lasciato in Liguria.
Come nella Grecia arcaica e in seguito nell’antica Roma si potrà assistere al “rito” della rappresentazione teatrale in uno scenario naturale di pietra, dove l’acustica è perfetta anche per chi siede in ultima fila.