Il lato oscuro del sabato sera

7 luglio 2008 | 00:49
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Il lato oscuro del sabato sera

Ritiri di patente, incidenti, risse: pare si siano acuite le problematiche legate al consumo di alcool nei locali notturni. Il weekend appena trascorso lo conferma.

Anche per questa estate 2008 il sabato notte non sembra aver perso i suoi connotati più oscuri. Continuano i ritiri delle patenti, gli incidenti, le risse e in generale pare si siano acuite le varie problematiche legate al consumo di alcool da parte dei giovani amanti della vita notturna.

Lo scorso week-end, come abbiamo segnalato nelle pagine di cronaca, sono state ritirate tre patenti. Al Prino, cuore danzante della provincia, un pregiudicato ubriaco ha spaccato il naso ad un poliziotto e il 118 è dovuto intervenire per soccorrere dei ragazzi che si erano sentiti male per l'abuso alcolico. Non solo, alcuni giovani sono venuti alle mani davanti a uno dei locali della zona. A Sanremo, quasi all'alba, un'automobile di ventenni ha travolto un uomo in motorino riducendolo in fin di vita.

Durante le scorse settimane le cose non sono andate meglio. Le notizie rimbalzate sulle pagine dei giornali in questo primo scorcio d'estate destano sincera preoccupazione. E non ve lo dice il "matusa" di turno, ve lo dice uno che si è sempre schierato apertamente per il rock, i dance-party e decibel liberi – non senza dover poi sopportare le mail di protesta e gli attacchi dei lettori di opinione diversa – uno che ha sempre denunciato la carenza di una movida notturna in grado di far reggere dignitosamente alla provincia di Imperia il confronto con altre località turistiche. Ma una cosa è il diritto a ballare e a far festa, un'altra cosa è far danni.

C'era una volta il decreto Bianchi-Amato che prevedeva il divieto per gli esercenti "dei locali che fanno intrattenimento" di vendere alcolici dopo le 2 di notte.

Il testo recitava: tutti i titolari e i gestori di locali ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente all'attività di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche, devono interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le ore 2 della notte ed assicurarsi che all'uscita del locale sia possibile effettuare, in maniera volontaria da parte dei clienti, un alcool-test

Entrato in vigore nell'ottobre del 2007, dopo polemiche e accuse di inutilità per certi versi assolutamente sensate, di fatto ha avuto vigore due settimane, poi è stato bellamente disatteso pressoché dalla totalità dei locali della provincia (diciamo d'Italia). All'inizio di quest'anno, quasi in sordina e con un accordo bipartisan, la commissione Trasporti della Camera ha approvato il testo definitivo della riforma del codice della strada, cancellando quel divieto che aveva fatto insorgere i gestori di discoteche.

Ovviamente non si sarebbe risolto il problema, ma almeno lo si sarebbe potuto arginare. Invece, silenziosamente, l'idea è passata subito di moda, finendo con soddisfazione di tutti (esercenti e clientela) nel dimenticatoio.

Eppure era una proposta di buon senso, che andrebbe rivalutata con maggiore serietà. Va bene intensificare i controlli delle forze dell'ordine per verificare l'eventuale ebbrezza alcolica degli automobilisti. Ma se una simile legge fosse in vigore, forse, sarebbe d'aiuto.
Anzi, i locali notturni dovrebbero adottare una simile consuetudine indipendentemente dall'esistenza di una norma imposta dall'alto (che in altri Paesi evidentemente più evoluti del nostro è in vigore da anni).

Più volte ho sentito i promoter che organizzano le serate o gli stessi gestori dei locali affannarsi a lanciare slogan sul meraviglioso "divertimento sicuro" da loro proposto. Segnalatemi per favore un locale notturno di vostra conoscenza che abbia adottato serie misure (e dico serie) per arginare l'abuso alcolico dei giovani. Visto che ci siamo, segnalatemi se da qualche parte è o è mai stato possibile effettuare un alcool-test.

Certo, la proposta come pensata dal Bianchi-Amato era fragile. Ovviamente, sarebbe stato più sensato vietare la vendita dopo le 2 a tutti, indipendentemente dall'intrattenimento offerto. Si diceva infatti: «tanto se uno vuole si porta gli alcolici in macchina e esce a bere quando vuole; basta ordinare una bottiglia un minuto prima che scatti l'ora del divieto; vedrai che davanti alle discoteche prolifereranno i chioschetti che somministrano alcolici».

Tutto vero, però è sempre più noioso dover uscire dalla discoteca alla ricerca di un bar (che non fa intrattenimento) ancora aperto dopo le 2 del mattino, che non dirigersi al bancone e ordinare normalmente un drink.

Quindi, prima della discoteca i ragazzi fanno un giro di locali e bevono qualche cosa. All'incirca dalle 2 alle 4 stanno in discoteca e si concedono un altro paio di bevute. Qualcuno quando esce va ancora al pub a farsi un panino e magari una bella birra. Prosit.

Di questi tempi, d'altra parte, le discoteche incominciano a riempirsi all'una e mezza di notte. Dunque è facile capire come un simile divieto potesse stare ben scomodo ai gestori. E anche questo è un problema reale. Forse bisognerebbe iniziare proprio dal ripensare gli orari di apertura e di chiusura dei dance-floor, che negli ultimi dieci anni si sono allungati di un paio d'ore (quindi si ritorna a casa più stanchi, con meno riflessi alla guida, più esposti al colpo di sonno, probabilmente anche più ciucchi).

E inoltre, quante saranno in provincia di Imperia le compagnie di ragazzi che selezionano lo chauffeur di turno, quello deputato a non bere in vista del ritorno in macchina?
E perché non sono le stesse amministrazioni ad attivare servizi di bus navetta che attraversano la riviera, facendo tappa davanti ai principali punti di intrattenimento giovane? I locali, è vero, possono farlo per conto loro, qualcuno lo anche ha fatto, ma inevitabilmente si configurano problemi a sostenere il costo dell'operazione, in particolare in tempi di crisi turistica come questa.
Specie, poi, se per servizio si intende un servizio vero, capillare, continuativo, e non giusto una corsa andata e ritorno, a orari inutili per chiunque, che sa più di mossa promozionale che altro.