Giro d'affari da 500 milioni |
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Frode a fisco: 8 arresti, sigilli a 12 immobili. Il capo fermato a Ventimiglia dalla Finanza

11 luglio 2008 | 16:40
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Frode a fisco: 8 arresti, sigilli a 12 immobili. Il capo fermato a Ventimiglia dalla Finanza

La mente dell’organizzazione, che per l’erario era un perfetto sconosciuto, dalla metà degli anni ’90 aveva messo su una ‘holding del malaffare” il cui core business era costituito da oltre 300 società che operavano nel settore delle imprese di pulizie.

Lo hanno fermato a Ventimiglia, a pochi chilometri dalla frontiera con la Francia, mentre a bordo di un'auto di grossa cilindrata stava cercando di lasciare l'Italia. Questa notte la Guardia di Finanza ha arrestato Giovanni De Pierro, 58 anni, originario di Napoli e capo di un vero e proprio impero finanziario

Un giro d'affari che gli inquirenti stimano sui 500 milioni di euro, tutti accumulati illecitamente frodando il fisco ed enti previdenziali. L'operazione "Cleaning", che ha visto coinvolti circa 200 finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e del Nucleo speciale di polizia valutaria e si è avvalsa anche di intercettazioni, ha portato all'arresto altre sette stretti collaboratori di De Pierro, dei quali 5 agli arresti domiciliari. La mente dell'organizzazione, che per l'erario era un perfetto sconosciuto, dalla metà degli anni '90 aveva messo su una ''holding del malaffare" il cui core business era costituito da oltre 300 società che operavano nel settore delle imprese di pulizie.

Attraverso alcuni consorzi, il gruppo criminale si aggiudicava a prezzi estremamente concorrenziali, grazie anche al fatto che non pagava tasse, appalti pubblici commissionati da enti di primo livello come prefetture, ministeri, regioni, comuni e aziende ospedaliere o, come a Roma, Met.ro Spa e Adr. Il modus operandi della banda era ormai collaudato: dopo essersi aggiudicati l'appalto, i consorzi subappaltavano il lavoro a società di servizi che, ufficialmente, non risultavano essere collegate tra loro. Queste ultime venivano, quindi, svuotate di tutti i guadagni, attraverso appropriazioni indebite, finanziamenti o giri bancari.

Le società, come hanno spiegato gli inquirenti, avevano vita breve, al massimo due anni. Venivano intestate a presta-nome, nella maggior parte dei casi, malati terminali o immigrati che venivano avvicinati da De Pierro che, in cambio della firma, li ricompensava con abitazioni, cellulari e una sorta di stipendio mensile. Dopo lo scioglimento delle società, i soldi venivano trasferiti in altre società di comodo all'estero (Lussemburgo e Regno Unito) per poi essere riciclati in attività lecite in vari settori. Nel corso dell'operazione le Fiamme Gialle hanno provveduto al sequestro di 14 immobili a Roma per un valore di circa 30 milioni di euro. Tra gli stabili sequestrati anche quello che viene ritenuto il 'quartier generale' dell'organizzazione, in largo Antonelli nel quartiere Eur.