Myanmar: si moltiplicano gli sforzi per aiutare la popolazione

D’intesa con la Chiesa locale, la rete Caritas ha messo a punto un piano durgenza a sostegno della popolazione colpita dal ciclone Nargis
Tre mesi di interventi nei distretti di Yangon e Ayeyarwady, 60.000 beneficiari diretti, vari i settori coinvolti: acqua, sanità e promozione dell’igiene; sicurezza alimentare, nutrizione, aiuto alimentare; abitazioni e beni di prima necessità non alimentari; servizi medici, sostegno psico-sociale, protezione infantile; riabilitazione socio economica. Questo in sintesi il primo piano di intervento sostenuto dalla rete Caritas che prevede un impegno economico pari a circa 5,5 milioni di euro. Caritas Italiana, sin dalla primissima fase di emergenza, sta contribuendo alla realizzazione di questi interventi ed ha già messo a disposizione 250.000 euro. La conferenza dei vescovi cattolici del Myanmar (CBCM), ha costituito un comitato per coordinare gli aiuti alle vittime del ciclone. Data l’entità del disastro, sarà necessario elaborare un piano successivo a medio e lungo termine, dai 6 mesi ai 5 anni. Uno dei bisogni più urgenti nelle aree colpite riguarda i bambini, in particolare quelli rimasti orfani o separati dai genitori. Due sono le diocesi più colpite dal ciclone: l’arcidiocesi di Yangon e la diocesi di Pathein. Anche la diocesi di Mawlamyine è stata colpita ma in modo minore; di conseguenza per il momento l’intervento si sta concentrando nelle prime due. Tutto lo staff diocesano e le congregazioni stanno collaborando attraverso il Comitato di risposta al disastro. Complessivamente sono coinvolte 27 persone della Chiesa locale con funzioni di coordinamento, 40 unità di personale medico e circa 200 volontari, oltre a 10 operatori di diverse Caritas nazionali, tra cui un operatore per Caritas Italiana. A Bangkok è stato formato un team di sostegno con altre 15 persone di diverse Caritas e anche lì è presente Caritas Italiana con un suo operatore. I primi interventi hanno finora riguardato oltre 26.000 persone che hanno ricevuto beni di prima necessità alimentari (riso, pesce secco, pasta di pesce, fagioli, olio, patate e sale) e non alimentari (vestiti, biancheria per il letto, materiale per la cucina, zanzariere e materiale per l’igiene personale), compresi dei rifugi temporanei e l’approvvigionamento di acqua potabile. In totale sono stati raggiunti 7 villaggi e 20 città nella diocesi di Yangon e 3 città nella diocesi di Pathein. Inoltre alcune strutture della chiesa sono state adibite a rifugi per gli sfollati, mentre in altre sono stati attivati centri di distribuzione di cibo e di acqua. È stato anche acquistato materiale per la costruzione di latrine ed è stata assicurata assistenza medica attraverso una team mobile di dottori e infermieri della Commissione Salute della Chiesa Cattolica, di base a Yangon.
Il nuovo piano trimestrale appena avviato prevede di raggiungere 60.000 persone, grazie anche alla selezione di altri 74 operatori oltre ai 27 già attivi e all’aiuto di altri 120 volontari che – dopo un breve periodo di formazione specifica – si aggiungeranno ai 200 già operativi. Molti degli interventi – come rifugi, acqua, sanità, sostegno psico-sociale – continueranno anche dopo il periodo iniziale di tre mesi, così come si provvederà ad avviare azioni di riabilitazione socioeconomica – come ad esempio la distribuzione di materiali e attrezzature per la ripresa dell’agricoltura.
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