Nucleare, Legambiente: ‘Ci vogliono far credere che vi siano solo benefici…’

Grazie al referendum del 1987 siamo usciti dalle incertezze che il nucleare portava con se, oggi, con le proposte del neo Ministro Scajola rischiamo di fare un lungo passo indietro.
Sfatiamo alcuni dei luoghi comuni sull'energia nucleare.
Ci vogliono far credere che vi siano solo benefici dalla produzione energetica da
fonte nucleare.
Che questa sia una fonte rinnovabile e che quello di "nuova generazione" non avrà
problemi di approvvigionamento di Uranio. Una fonte sicura, pulita, che aiuta a
diminuire il surriscaldamento del pianeta e che sia economica rispetto ad altre
fonti.
Sfatiamo alcuni di queste posizioni, che rendono ideologico l'approccio pro
nucleare, affermando, senza paura di poter essere smentiti, che l' Uranio esiste in
natura in quantità finite e non può essere considerata fonte rinnovabile e che il
suo esaurimento, al ritmo produttivo attuale, è stimato in 70 anni. Tantomeno si può
affermare che la produzione da fonte nucleare sia "sicura". Sicurezza intrinseca non
significa aumentare i livelli e punti di controllo in un reattore ma avere reattori
in grado di spegnersi automaticamente in caso di perdita del liquido refrigerante.
Non ci risulta che la ricerca sviluppata dal consorzio Genration IV, cui partecipa
anche l'Italia attraverso Euratom, abbia portato a risultati accettabili sulla
sicurezza intrinseca. Il problema irrisolto delle scorie radioattive non lo rende
certo "pulito" e se è vero che non produce emissioni clima alteranti, agli attuali
tempi di realizzazione non potrà certo concorrere a ridurre il surriscaldamento del
pianeta in atto.
I dubbi sull'economicità dell'investimento nucleare e sul basso costo d'acquisto
dell'elettricità prodotta sono tangibili rispetto all'unico nuovo reattore da 1600
MW in costruzione attualmente in Finlandia. Questo ha già due anni di ritardo
rispetto alla consegna prevista, slitatta dal 2009 al 2011, e il costo della
centrale è lievitato in pochi anni dai due ai tre miliardi di euro, più o meno
quattro volte il costo di una centrale a gas metano a ciclo combinato di pari
potenza. Come conseguenza i costi del chilowattora prodotti lieviteranno anch'essi.
Una ricerca del Massachusset Institute of Technology (nel rapporto "The future of
nuclear power") rileva che il costo del chilowattora nucleare sia superiore del 30%
rispetto a quello prodotto dal gas.
Grazie al referendum del 1987 siamo usciti dalle incertezze che il nucleare portava
con se, oggi, con le proposte del neo Ministro Scajola rischiamo di fare un lungo
passo indietro. Ma quali popolazioni saranno disponibili ad ospitare centrali atomiche e siti di stoccaggio dei materiali radioattivi sui propri territori? Voi sareste disponibili?
Stefano Sarti
Presidente Legambiente Liguria
Santo Grammatico
Coordinatore Generale Legambiente Liguria