Corruzione Taggia: pm Zocco e Ferraro chiedono di trascrivere circa 160 intercettazioni telefoniche

2 aprile 2008 | 13:01
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Corruzione Taggia: pm Zocco e Ferraro chiedono di trascrivere circa 160 intercettazioni telefoniche
Corruzione Taggia: pm Zocco e Ferraro chiedono di trascrivere circa 160 intercettazioni telefoniche
Corruzione Taggia: pm Zocco e Ferraro chiedono di trascrivere circa 160 intercettazioni telefoniche
Corruzione Taggia: pm Zocco e Ferraro chiedono di trascrivere circa 160 intercettazioni telefoniche

Alle telefonate dei pm si aggiungono anche quelle degli avvocati della difesa. Spettera’, comunque, al magistrato l’ultima parola, autorizzando o meno la trascrizione delle conversazioni che saranno utilizzate a fine probatorio nel processo.

Sono circa 160 le telefonate per le quali i pubblici ministeri Marco Zocco e Vittore Ferraro di Sanremo hanno chiesto la trascrizione, nell'ambito del processo relativo alla maxi inchiesta per concussione, corruzione, usura e altri reati, che il 3 maggio del 2006 porto' in carcere l'ex sindaco, Lorenzo Barla e l'imprenditore ed ex presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Bianchi e ai domiciliari l'ex sindaco di Taggia, Piero Gilardino. Domattina, davanti al gup Eduardo Bracco di Sanremo si svolgera' il conferimento dell'incarico per le trascrizioni.

Alle telefonate dei pm si aggiungono anche quelle degli avvocati della difesa. Spettera', comunque, al magistrato l'ultima parola, autorizzando o meno la trascrizione delle conversazioni che saranno utilizzate a fine probatorio nel processo, la cui nuova udienza e' stata fissata a martedì 22 aprile. In totale si parla di 10.000 telefonate, a margine dell'inchiesta, un centinaio delle quali, pero', interessanti dal punto di vista investigativo. Per il 9 aprile, inoltre, davanti al giudice Alessandro Scialabba, e' attesa l'udienza preliminare-bis per il caso di corruzione che ruota attorno a Bianchi e all'ex comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giuseppe Cuomo, per il quale Bracco si era astenuto.

Le contestazioni in materia di corruzione si riferiscono a 'regalie' e non a dazioni di denaro. Secondo l'accusa, Bianchi avrebbe pagato parte di quota dell'affitto dell'appartamento dove Cuomo viveva a Sanremo e avrebbe provveduto, a sue spese e con proprio personale, ad effettuare una serie di lavori edili all'interno dell'alloggio.