Incontro tecnico sulla gestione e smaltimento delle banquettes di Posidonia
Progetto Pilota sul problema dello smaltimento e riciclo naturale di questi accumuli che, pur essendo del tutto naturali, vengono considerati brutti e maleodoranti e impediscono, soprattutto in estate, la fruizione delle spiagge da parte dei bagnanti
Si è svolto mercoledì scorso, 5 marzo 2008, nella Sala Polivalente del comune di S. Stefano al Mare, organizzato dall’Amministrazione Comunale, un incontro tecnico volto ad affrontare l’argomento della gestione e smaltimento delle banquettes di Posidonia, i ben noti accumuli di foglie morte di questa importantissima pianta marina (ricordiamo sempre che non è un’alga, ma una vera e propria pianta superiore), la cui presenza fortunatamente è abbondante sui fondali della provincia di Imperia. L’incontro ha visto la presenza di funzionari dell’ARPAL, dell’ASL, della Capitaneria, dei Carabinieri, oltre a molti tecnici dei comuni della provincia, assieme ad altri professionisti interessati all’argomento.
“La nostra Amministrazione Comunale – dice Sandro Collina, delegato al demanio del Comune di S. Stefano al Mare che ha curato l’organizzazione della conferenza – in accordo con in competenti Uffici Regionali e con il patrocinio della Regione Liguria, lo scorso anno ha presentato un Progetto Pilota per cercare di risolvere il problema dello smaltimento e riciclo naturale di questi accumuli che, pur essendo del tutto naturali, vengono considerati brutti e maleodoranti e impediscono, soprattutto in estate, la fruizione delle spiagge da parte dei bagnanti”.
Il progetto del Comune di S. Stefano al Mare è stato curato dal biologo marino Fulvio Garibaldi, che per un anno intero ha seguito la successione della formazione di questi accumuli lungo il litorale di S. Stefano al Mare, valutando l’impatto che il fenomeno poteva avere non solo sulle spiagge ma anche sull’intero ecosistema marino. “La prateria di Posidonia è molto importante per i nostri fondali, tanto che è considerata habitat prioritario, protetto dalla Convenzione di Barcellona – dice Fulvio Garibaldi – Durante l’autunno la Posidonia pur rimanendo verde, perde le foglie più vecchie che in gran parte vengono degradate in mare (per fortuna, nostra e anche del mare in quanto si rimette nel ciclo naturale del fondale marino una grande quantità di materia organica e sali minerali), mentre una porzione consistente viene sospinta verso la costa a formare le “banquettes” di Posidonia”.
Un tempo le foglie morte erano considerate come un normale aspetto delle spiagge ed erano utilizzate in vari modi, a seconda delle tradizioni locali, dalle popolazioni rivierasche del Mediterraneo per l’imbottitura di materassi, la costruzione di tetti in Egitto, Libia e Tunisia, oppure come isolante termico ed acustico in Sicilia, Grecia e Corsica, come ammendante, per mantenere umida e morbida la terra, e come fertilizzante in agricoltura, anche nelle nostre zone a preminente vocazione agricola.
Con lo sviluppo turistico della nostra zone però le prospettive sono mutate: le “banquettes” accumulate sulla riva costituiscono un ostacolo alla fruizione delle spiagge e rappresentano un vero e proprio danno economico per gli operatori turistici e i gestori degli stabilimenti balneari. Le Amministrazioni Comunali e i privati sono quindi costretti ad effettuare la pulizia degli arenili prima dell’estate ed in certe annate anche più volte durante la stagione balneare. “Il problema fondamentale – continua Collina – era che sino allo scorso anno questi accumuli erano considerati addirittura come rifiuti speciali, da smaltire obbligatoriamente in discarica, con costi elevatissimi”. “Grazie alla stretta collaborazione che si è instaurata tra la nostra Amministrazione, l’ARPAL, la ASL, le Capitanerie e gli uffici Regionali – dice il sindaco Marcello Pallini – le esperienze condotte lungo il litorale sanstevese hanno messo a disposizione dei tecnici gli elementi necessari alla stesura delle nuove linee guida per lo smaltimento delle banquettes. Siamo orgogliosi di poter affermare che grazie al lavoro svolto a S. Stefano, la Liguria è probabilmente la prima regione in Italia a legiferare in materia”
Il convegno è stato aperto da un intervento del dott. Giovanni Diviacco, del Servizio Parchi e Aree Protette della Regione, che ha illustrato le principali caratteristiche e le bellezze dei fondali imperiesi.
E’ seguito quindi l’intervento del dott. Fulvio Garibaldi, che ha presentato i risultati dello studio realizzato nel corso dell’ultimo anno lungo il litorale di S. Stefano al Mare. Le banquettes, oltre ad avere una grande importanza ecologica, costituiscono un ostacolo al moto ondoso, contribuendo alla protezione delle spiagge contro l’erosione. La loro asportazione con mezzi meccanici provoca numerose conseguenze: 1) asportazione di biomasse vegetali che hanno un importante ruolo ecologico 2) insieme alle biomasse vegetali si asporta un ingente quantitativo di sabbia 3) costi elevati dal punto di vista economico ed energetico-ambientale, che derivano dalla pulizia, trasporto e smaltimento in discarica 4) in discarica il materiale occupa un volume notevole (sappiamo quale è in Italia la situazione dei rifiuti) 5) i costi elevati (acquisto del materiale, trasporto, distribuzione sull’arenile) delle operazioni di ripascimento, spesso con materiale proveniente da altre zone, per quelle stesse spiagge dalle quali è stato asportato il materiale!!!!.
“Prendendo in considerazione le tre spiagge su cui gli accumuli sono stati maggiori – conclude Fulvio Garibaldi – solo durante il periodo estivo sono stati spostati (in parte in aree di spiaggia adiacenti, in parte riversate nuovamente in mare) quasi 3.000 m3 di banquettes. In pratica, dalle analisi dei campioni raccolti, oltre a non avere smaltito in discarica oltre 2.500 tonnellate di materiale, il cui smaltimento sarebbe costato ca 200.000 €, si è evitato di sottrarre dalle spiagge ca 1.000 m3di sabbia”.
La mattinata si è poi conclusa con gli interventi dei tecnici degli uffici regionali, dott. Stefano Coppo e Dott.ssa Gloria Manaratti, che hanno descritto e spiegato ai convenuti, oltre alle nuove linee guida sulle banquettes, anche le direttive regionali in materia di ripascimenti e della gestione delle spiagge e della fascia costiera.