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Copertura del torrente Impero, le perplessità di Alberto Gabrielli e Pasquale Indulgenza

13 marzo 2008 | 15:12
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Copertura del torrente Impero, le perplessità di Alberto Gabrielli e Pasquale Indulgenza

La questione è esaminata dal Responsabile provinciale Ambiente e Territorio P.R.C. e dal Capo Gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

NON COPRITE QUEL TORRENTE
Esprimiamo grandi perplessità sull’ idea, non nuova, di coprire l’ Impero: non solo, o non tanto, sul piano tecnico e del rischio idrogeologico, peraltro in progressivo aumento col procedere della estremizzazione dei fenomeni atmosferici, e che ha visto centinaia di eventi trasformarsi in eccezionali solo per la copertura e la restrizione degli alvei di fiumi, torrenti e ruscelli, quanto su quello dell’ urbanistica e della vivibilità urbana.

Alcune considerazioni:
1.    Tutti gli indirizzi di pianificazione indicano nella valorizzazione degli alvei fluviali un obiettivo prioritario per il miglioramento della qualità urbana; questo è tanto più vero in Liguria la cui morfologia orizzontale (costa e conseguente urbanizzazione) necessita di tratturi verticali di collegamento costa/retroterra non solo per motivi bio-ecologici, ma anche per esigenze di fruizione da parte di cittadini ed ospiti e di complessiva qualificazione dell’ offerta residenziale e turistica  (“…la trama del sistema del verde urbano dovrà essere completata da corridoi trasversali rispetto alla costa e di collegamento mare-monti, utilizzando gli spazi verdi aperti pubblici e privati …”,  “… le aree residuali e le aree dismesse……., i corsi d'acqua e le aree spondali…..  il Sistema del verde quale occasione per la creazione di una rete verde/blu”. (Da :“Il sistema del Verde”: Dipartimento Pianificazione Territoriale – Regione Liguria. … gli interventi da attuarsi per le fasce fluviali ed i lungo fiume quali occasioni per la riqualificazione del paesaggio, con particolare attenzione alle zone focive in ambiente urbano,  (Da: “Piano di Bacino Torrente Impero” – Ente Provincia di Imperia)

2.    Si ritiene necessario incrementare all’ infinito i parcheggi pubblici, mentre Urbanisti di Fama (e valore), – Renzo Piano, per dirne uno – sono nettamente contrari (non ci riferiamo ai Parcheggi pertinenziali  – necessario corredo alle residenze private – , ma a parcheggi nei –  o presso –  i centri storici che incrementano all’ infinito l’ abuso dell’ auto e sfavoriscono l’ accesso per via ferroviaria alla città, che, nel caso di Imperia, con la nuova stazione, assume nuove promettenti prospettive) “… ma questa di far parcheggi in città è una cosa che bisogna smettere di fare perchè una follia.” (Renzo Piano 5 maggio 2007)

3.    Intorno al progetto del Porto Turistico di Imperia si è dibattuto a lungo sui parcheggi necessari e si è sostenuto, da parte dei proponenti, che quelli previsti soddisfano abbondantemente le necessità, ed ora si dice che per il nuovo porto serviranno altri parcheggi; come dire: dove i parcheggi sottraggono mq alle residenze speculative, sono troppi; dove non si possono – oggettivamente –  fare appartamenti, speculiamo almeno sui parcheggi.

4.    Le possibilità di utilizzo temporaneo dell’ alveo per attività ricreative, ed anche di parcheggio, sono note (le avevamo illustrate nel corso del convegno cittadino promosso sul Parco Urbano), e vanno di pari passo alla messa in sicurezza dell’ alveo; questo,  sagomato in tre o più sub alvei (uno destinato alla portata minima costante, e quelli successivi a portate episodiche (stagionali, annuali eccezionali, ecc.) consentirebbe  la disponibilità di un enorme spazio verde e spazialmente  aperto (una rarità in una regione “schiacciata fra Mare e Montagna”, fruibile in una città che anche l'ultimo Rapporto APAT trova povera di verde), paesaggistimente molto rilevante, utilizzabile per gran parte dell’ anno per attività ricreative e per sosta, mentre episodicamente, con elementari – e sicurissimi – sistemi di preavviso le stesse strutture ricreative sarebbero inondate senza danno. Tutt’ altra cosa che un solaio cementizio, per nulla flessibile, che cementificherebbe ulteriormente il territorio, con rischi enormi e risultati devastanti sul piano della qualità urbana.

Vale la pena anche di ricordare che il Piano di bacino citato “…non consente le nuove tombinature o coperture non inquadrabili tra i ponti, o l’ampliamento di quelle esistenti salvo, previo parere favorevole della Provincia, quelle dirette ad ovviare a situazioni di pericolo, a garantire la tutela della pubblica e privata incolumità”  e che,…” In ogni caso,  tutte le tombinature o coperture, ove ammesse, devono garantire il deflusso della portata di piena con tempo di ritorno duecentennale…” (art. 9 N.A..)
Si tratta, in sintesi, di un approccio“vecchio”, che adotta schemi obsoleti e ripetitivi di errori storici, e che non riesce (ma forse non vuole) affrontare con coraggio innovativo le grandi sfide urbanistiche e territoriali dei prossimi anni.