Commento sull’andamento della settimana in Borsa a cura del gruppo Banca Sella (21 marzo)



Le Borse americane hanno reagito con un recupero dai minimi, ma permangono in territorio negativo da inizio anno (-9,46% lo S&P500 e -6,81% il Nasdaq), con un dollaro debole che penalizza ulteriormente linvestitore europeo
Forti i ribassi registrati dagli indici azionari nel corso della settimana, a partire dalla giornata di lunedì, in cui si sono manifestate tutte le incertezze legate alla crisi dei mutui USA. E’ stato emblematico il salvataggio di Bear Stearns: la banca d’affari, colpita da una crisi di fiducia da parte dei clienti e dei prestatori, è stata rilevata da J.P.Morgan in un’operazione congiunta con la banca centrale USA, la Federal Reserve. Quest’ultima nella riunione di martedì ha tagliato il tasso ufficiale di 75 punti base al livello del 2,25%, al fine di perseguire gli obiettivi di stabilizzazione del sistema finanziario, crescita economica e stabilità dei prezzi. Le Borse americane hanno reagito con un recupero dai minimi, ma permangono in territorio negativo da inizio anno (-9,46% lo S&P500 e -6,81% il Nasdaq), con un dollaro debole che penalizza ulteriormente l’investitore europeo.
I dati macroeconomici hanno evidenziato un calo della produzione industriale oltreoceano, l’indice di fiducia del settore manifatturiero è sceso al livello di 48,3, sotto la soglia di 50 che fa da spartiacque tra fasi di recessione e crescita.
Piazza Affari non è stata esente da questi ribassi e in settimana ha conquistato la maglia nera tra le borse europee; S&P Mib perde il 21% circa da inizio anno, in linea con Francoforte, e preceduta da Parigi a -19% e dalla Spagna a -15%. Tra i settori maggiormente deboli in settimana quelli delle materie prime e l’energetico.
Tra i titoli italiani segnaliamo l’uscita dei dati di Generali che ha chiuso il bilancio con utili record di 2,92 miliardi di euro, in progresso del 21,2%. Il Cda ha deciso di staccare un dividendo di 0,90 euro. Anche per Mondadori dati di bilancio positivi con crescita del fatturato del 12% ed utile netto di 112,6 milioni in crescita del 3,3%.
Forti le oscillazioni per il petrolio che perdendo più del 10 % si è trovato su livelli inferiori ai 100 dollari al barile, ben presto recuperati. La flessione temporanea è stata indotta da nuovi timori di contrazione della produzione industriale e dei consumi e dalla flessione della capacità di raffinazione scesa all’83,8%.
Ancora elevata la volatilità sul mercato dei cambi, anche se si è registrata una fase di inversione di tendenza dopo il massimo di euro – dollaro a 1,5904, sfiorato lunedì 17. Lo yen permane in area 153 circa contro euro, mentre scambia contro dollaro a quota 99 circa.
La parziale ripresa del biglietto verde ha invertito la tendenza al rialzo dell’oro che ha perso oltre il 13% da inizio settimana portandosi in area 920 dollari per oncia.
Segnaliamo che il Gruppo potrebbe avere un interesse di qualunque natura sui prodotti finanziari contenuti in tale analisi.