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Quale avvenire per il litorale del Golfo Dianese?

24 gennaio 2008 | 15:51
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Quale avvenire per il litorale del Golfo Dianese?

Firmato il protocollo sulla Gestione Integrata delle Coste nel Mediterraneo. I Paesi avranno uno strumento legale per prendere provvedimenti finalizzati a contenere e contrastare gli effetti negativi delle attività umane sulla fascia costiera

Firmato il protocollo sulla Gestione Integrata delle Coste nel Mediterraneo, avvenuta a Madrid nel corso della riunione dei Ministri dell'Ambiente o loro delegati dei 21 Paesi e della Commissione Europea.
I Paesi del Mediterraneo avranno uno strumento legale per prendere provvedimenti finalizzati a contenere e contrastare gli effetti negativi delle attività umane sulla fascia costiera che per altro incidono sfavorevolmente sui cambiamenti climatici nella zona mediterranea. In altre parole, l'Italia e gli altri Stati mediterranei, una volta entrato in vigore il neonato Protocollo, dovranno assicurare un utilizzo saggio e compatibile delle risorse naturali e del patrimonio archeologico (anche subacquei) ed una valorizzazione del ricchezze storiche che caratterizzano tale fascia geografica. Ciò sarà possibile mediante l'istituzione di un sistema di valutazione dei rischi associati alle attività che vi si svolgono ed il coordinamento delle iniziative pubbliche e private, nonché la collaborazione tra autorità nazionali e locali onde coinvolgere la società civile interessata anche tramite strumenti incentivi e dissuadenti.
Ormai è giunto il momento di considerare ancora una volta di più il Golfo Dianese un patrimonio di tutti.
È da tempo che ci ponevamo le domande:
· Quale avvenire per il litorale del Golfo Dianese?
· Quali i riflessi in caso contrario per ogni singolo comune sul fronte mare? Oggi con questo protocollo è importante fissare, a maggior ragione, un attimo di attenzione sulla disputa del Golfo, proprio perchè se singolarmente la scelta dell'una o dell'altra soluzione ha i suoi sostenitori, ed entrambi hanno valide ragioni, è pur vero che lo stesso Golfo è un patrimonio comune ed equamente deve essere rispettato, perché tale sia e rimanga in tutto il suo splendore e originalità. Ormai il traguardo è quello di segnare il passaggio in questi casi da un piano strutturale comunale, costituito dall'insieme e dalla definizione degli strumenti specifici previsti, passando dalla fase di coordinamento e condivisione degli indirizzi a quella del coordinamento e della condivisione delle attuazioni, degli obiettivi e degli indicatori di qualità per tutto il comprensorio.
Le zone costiere sono patrimonio naturale e culturale dei popoli del bacino e che devono essere preservate e usate con saggezza per il bene delle generazioni presenti e future.