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Il saluto di Monsignor Careggio al Cardinale Angelo Bagnasco e a Monsignor Lupi

28 gennaio 2008 | 09:38
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Il saluto di Monsignor Careggio al Cardinale Angelo Bagnasco e a Monsignor Lupi
Il saluto di Monsignor Careggio al Cardinale Angelo Bagnasco e a Monsignor Lupi
Il saluto di Monsignor Careggio al Cardinale Angelo Bagnasco e a Monsignor Lupi

Questo il discorso del Vescovo di Ventimiglia-Sanremo in occasione dell’Ordinazione Episcopale del nuovo Vescovo di Savona-Noli

INDIRIZZO DI SALUTO ALL’ARCIVESCOVO
S. E. IL CARD. ANGELO BAGNASCO
e a S. E. MONS. VITTORIO LUPI, VESCOVO DI SAVONA
Sanremo, 27 gennaio 2008

Eminenza Reverendissima,
sono profondamente onorato e lieto di porgerLe il mio più fraterno benvenuto in questa Diocesi, oggi in gran festa per l’ordinazione episcopale di Mons. Vittorio Lupi.
La Sua presenza, come membro del Collegio cardinalizio e Presidente della C. E. I., esprime compiutamente i nostri legami con la Chiesa intera. Per noi Ella è pure il Presidente della Conferenza Episcopale Ligure e, pertanto, noi, Vescovi della Liguria, La salutiamo anche come il Fratello maggiore, partecipe delle vicissitudini delle nostre Chiese locali che, tra poco, avranno i due nuovi Vescovi di Savona-Noli e di La Spezia-Sarzana-Brugnato, in sostituzione delle loro Eccellenze Mons. Domenico Calcagno e Mons. Bassano Staffieri.
Con Lei, Eminenza, saluto tutti i carissimi e numerosissimi confratelli Vescovi, venuti anche da lontano. La pienezza del sacerdozio, che ci ricollega al Collegio apostolico, è condivisa da quei vincoli di sincera amicizia che il Signore ha chiesto ai suoi discepoli quale segno di unità e di carità.
Carissimi confratelli Vescovi, Presbiteri, Diaconi, Rappresentanti delle Chiese cristiane non cattoliche, Autorità Civili e Militari, Fedeli tutti, la nostra Diocesi è in festa per un evento che raramente segna il cammino di una comunità. È pertanto una particolare benedizione di Dio ed un segno di conforto, nonché di speranza, per una Diocesi come la nostra che soffre per essere l’ultimo lembo di terra ligure e italiana ed ha problemi sociali, culturali ed ecclesiali, particolarmente acuti. È, infatti, terra povera, contrariamente a quanto appare attraverso un’immagine distorta, esportata dai numerosi eventi di carattere nazionale; è zona di confine con le note dinamiche sociali di coloro che cercano all’estero un lavoro che qui è scarso; è terra dove emergono, con più evidenza, i gravi problemi delle fasce deboli, soprattutto quelle dei giovani; è terra che sta diventando sempre più multiculturale, con il conseguente sfilacciamento di molti valori, compresi quelli religiosi, che un tempo esprimevano l’anima genuina e unitaria del nostro popolo.
Senza dubbio, se continuassi in questo esame, darei forse un’idea negativa di una Diocesi che invece conserva gelosamente, a suo merito, la memoria viva di una profonda devozione mariana, della presenza di numerosi Santi e di aver dato tanti sacerdoti e qualche Vescovo, Diocesi che io amo moltissimo. Doveroso è il ricordo di S. E. Mons. Alberto Ablondi, già vescovo di Livorno, impossibilitato ad essere fisicamente presente in mezzo a noi per seri motivi di salute.
Oggi è la volta di un altro figlio di questa terra, Mons. Vittorio Lupi che, tappa dopo tappa, incarico dopo incarico, infine Vicario Generale dal 1991 a oggi, sta per essere ordinato Vescovo di Savona e consegnato a quella Chiesa con gioia, seppur con rammarico comprensibile, nel vederci tutti privati di un sacerdote fedele, saggio, generoso, zelante e intelligente.
Consapevole che la Chiesa non può rinchiudersi in se stessa, ma deve aprirsi, deve muoversi, deve raggiungere tutti, a nome della Diocesi di Ventimiglia – San Remo, a nome pure della comunità cristiana di Ceriana, dove don Vittorio ha ricevuto la vita e il dono della fede dai suoi genitori, con animo sereno lo consegniamo alla Chiesa di Savona, certi che egli non dimenticherà mai le sue radici dalle quali ha ricevuto molto, anche quel tocco equilibrato di ligure fierezza ponentina. È certamente anche questa dote ad avergli aperto, sin d’ora, il cuore dei suoi futuri diocesani, giunti qui oggi in gran numero, in qualificata rappresentanza, accompagnati dalle loro Autorità provinciali e cittadine; saluto tutti con vive cordialità.
Eminenza, questo solenne rito avviene in un luogo non consueto, lo sappiamo. Tanto Mons. Lupi, quanto il sottoscritto, avremmo desiderato poterlo celebrare in una delle nostre chiese, la Cattedrale o la Concattedrale, se la loro capienza non fosse insufficiente per questa circostanza, beninteso! Lo stesso problema si era già presentato nel passato, in occasione dell’ordinazione episcopale di Mons. Ablondi e di Mons. Verardo, per i quali fu giocoforza orientarsi tanto al Mercato dei Fiori di Sanremo, quanto al Mercato pubblico di Ventimiglia. Se qualcuno, tra i presenti, o non, pensasse sconveniente la scelta, sappia che la Santa Sede, nell’approvarla, ne ha raccomandato semplicemente l’allestimento decoroso. Cosa che è stata fatta in maniera egregia. EccoLe, Eminenza, il nostro tempio addobbato a festa, quasi a richiamare la biblica tenda del Convegno, segno dell’eterno nel provvisorio, “la nostra tenda terrena”, come scrivono tanto San Paolo (2 Cor 5,1.4) quanto San Pietro (2Pt 1,13 s). Potremmo vederci pure altri significati, se il tempo lo permettesse Un vivo grazie ritengo doveroso sin d’ora farlo a tutti coloro che con generosità, impegno e passione si sono prodigati insieme con il nuovo Vicario Generale, don Umberto Toffani, per l’allestimento dell’aula e hanno collaborato e sostenuto in molti modi il buon risultato della cerimonia.
Nel concludere, vorrei semplicemente citare quanto San Paolo scrive agli Efesini: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per Lei» (Ef 5,25). In questa espressione è compendiato il senso del ministero episcopale che oggi Tu, Don Vittorio, caro Confratello, con l’ordinazione episcopale incominci, a poche settimane dal tuo ingresso in Diocesi. Illuminato da queste parole, mi permetto di formularti l’augurio che, a mia volta, mi sentii fare dodici anni fa dal mio Vescovo ordinante, il Cardinale Dionigi Tettamanzi: «Possa tu diventare “martire d’amore” per la tua Chiesa!”». Tutti noi siamo sicuri che nel “Si, lo voglio” porrai il tuo entusiasmo in un libero e totale dono di te stesso. Questo sincero augurio è fecondato dalla nostra fervente preghiera che non ti verrà mai a mancare. Intercedano per te San Secondo, San Siro, San Romolo, il Beato Tommaso Reggio e tutti nostri i Santi, nonché quelli della tua nuova Diocesi, tra i quali il Beato Ottaviano, monaco benedettino, vescovo e la savonese Santa Maria Giuseppa Rossello. Ti protegga, in modo particolare la Beata Vergine della Misericordia sotto il cui patrocinio hai posto da subito il tuo ministero pastorale.