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Il Golfo dianese unico Comune?

28 gennaio 2008 | 14:41
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Il Golfo dianese unico Comune?

“La proposta è quella di unire le forze magari favorendo la gestione associata di più comuni magari anche solo per determinati servizi” afferma Luigi Diego Eléna

Tanti sindaci, tanti assessori, tanti appalti, pochi soldi e in più uno Stato che taglia i trasferimenti e quindi tanti piccoli comuni del Golfo Dianese, da cancellare?
Queste le esigenze, le necessità che spingono ad intraprendere la stesura di un progetto del genere, riguardante il territorio?
Semmai un'altra è l'analisi: quella sull'efficienza di queste amministrazioni. La proposta è dunque quella di unire le forze magari favorendo la gestione associata di più comuni magari anche solo per determinati servizi. Un'iniziativa che in altre regioni ha già preso il via. Possiamo parlare di comuni che si sono "fidanzati" tra di loro, se così si può dire, per gestire insieme alcuni servizi ottenendo così non solo un notevole risparmio ma anche contributi regionali. Ad esempio la Regione Toscana, in particolar modo, stanzia ogni anno per questo tipo di iniziative ben 2 milioni di euro.
Altra via d'uscita è quella di pensare a consorzi che possano gestire servizi come la raccolta rifiuti, la polizia locale, i servizi sociali, la depurazione. Da soli i comuni non possono far fronte a queste problematiche. Ben vengano le intenzioni comuni e le soluzioni comuni attraverso l'agire insieme per interessi collettivi sul territorio, nella gestione equilibrata, ma non le unioni coatte.
Piccolo si può. Solidarietà, sussidiarietà, ma anche ricerca di una maggiore efficienza, per servizi migliori ai cittadini sono gli obiettivi che devono guidarli.
La Regione d'appartenenza dovrebbe assegnare, ai piccoli comuni che si uniscono per gestire insieme un certo numero di servizi ai cittadini, contributi che premino chi unisce le forze per migliorarli.
Soldi che in territori con mille o duemila abitanti siano destinati a mantenere i servizi di trasporto pubblico o scolastico senza inasprire le tariffe, per contribuire a risistemare marciapiedi e strade, per la biblioteca  o per migliorare l'informazione turistica, per ammortare mutui, per nuovi servizi ed iniziative rivolte ai cittadini o per le spese di progettazione di interventi più ampi come litorale e collina, in modo, con un progetto in mano, che gli stessi Comuni possano partecipare a bandi od altri finanziamenti pubblici nell'interesse comprensoriale.
In una società dove l'urbanizzazione e l'industrializzazione tendono a dare vita a grandi aree metropolitane, che possono creare condizioni di solitudine e di alienazione per gli individui, questi piccoli comuni sono importanti perché sono il presidio e il richiamo all'identità, ai valori, alla qualità, alla storia, alla possibilità che i rapporti personali siano fondamentali. Non dobbiamo rischiare di alienare il sapere inteso come conoscenza della realtà , in cui l'uomo è inserito, e quindi che tocca gli aspetti concreti della sua esistenza, dei suoi interessi, e delle sue radici. Conoscere e pensare alle cose passate, significa muoversi nella dimensione della profondità, mettere radici e acquisire stabilità, in modo da non essere travolti da quanto accade, e nostro compito è riuscire a soddisfare una domanda di sapere molto diffusa nella società, alla quale sino a oggi non si rispondeva. E questo non è becero campanilismo.
Poi i piccoli comuni sono anche un presidio importante sul territorio, per la salvaguardia dell'ambiente e del territorio stesso, ma anche un presidio operativo, concreto, di vicinanza nei confronti di coloro che sono tendenzialmente allontanati dai tanti centri del paese. Si pensi al piccolo comune, ai comuni di montagna, al comune lontano dal centro urbanizzato, e si pensi a quale ruolo fondamentale svolgono e a come determinati territori sarebbero abbandonati se non ci fossero più quei piccoli comuni.
I piccoli comuni rappresentano il 72% dei comuni italiani; non solo perché dieci milioni di abitanti, cioè un quinto della popolazione del nostro paese, risiedono in piccoli comuni. Non può essere solo per questo. Forse, il vero motivo è che nella salvaguardia, nella difesa, nella valorizzazione della storia che i piccoli comuni rappresentano c'è questa idea di "paese" che, alla fine, è l'idea che ognuno di noi ha della politica.
Pensare a Cervo e pensare al proprio Golfo Dianese nel mio caso coincidono. L'ho fatto prima di tutto perché sono legato al mio Golfo Dianese che poi è l'intero "paese".
Tanti piccoli comuni una forza. Piccolo si può