Particolari della 4/a udienza |
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Delitto di Vasia, vietato stare in aula con bambina, Maria non si presenta. Nuove audizioni di testi

4 dicembre 2007 | 16:10
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Delitto di Vasia, vietato stare in aula con bambina, Maria non si presenta. Nuove audizioni di testi
Delitto di Vasia, vietato stare in aula con bambina, Maria non si presenta. Nuove audizioni di testi
Delitto di Vasia, vietato stare in aula con bambina, Maria non si presenta. Nuove audizioni di testi
Delitto di Vasia, vietato stare in aula con bambina, Maria non si presenta. Nuove audizioni di testi

La mamma di Roman Antonov dichiara di essere essere madre adottiva. Ascoltato anche il commissario di polizia di Nizza, Morena, che condusse le indagini dopo l’arresto a Nizza di Roman.

Non si e' presentata all'udienza, in segno di protesta contro la decisione della Corte, di vietarle la permanenza in aula in compagnia della figlioletta di circa un anno e mezzo: Maria Antonova, 28 anni, la giovane donna russa imputata assieme al marito, Roman Antonov, di omicidio volontario premeditato per il delitto di Vasia, avvenuto nel maggio del 2006 e consistente nella presunta simulazione di un incidente stradale mortale finalizzato, secondo l'accusa (sostenuta dal pm Filippo Maffeo), alla riscossione dei premi di diverse assicurazioni sulla vita.

A farlo presente sono gli avvocati, Giovanni e Simone Gramatica di Genova (padre e figlio), che difendono i due imputati e che oggi hanno assistito alla quarta udienza, davanti alla Corte di Assise di Imperia. Nel corso del lungo dibattimento, il giudice ha ascoltato la madre di Roman Antonov, Svetlana Tanyukevich, che durante l'udienza, avvalendosi della facolta' di non rispondere, ha rivelato di essere la madre adottiva dell'imputato, aprendo in questa maniera un altro mistero nell'identificazione del giovane immigrato russo.

La Corte ha, poi, ascoltato il commissario Gerard Morena della Police Nationale di Nizza, il quale ha ricostruito le indagini successive all'arresto di Antonov, con particolare attenzione al rinvenimento di un'auto (a lui riconducibile) con all'interno un paio di pantaloni sporchi di sangue, presumibilmente appartenente alla designata vittima, l'ucraino Vitaly Skrynnik. La difesa dei due imputati ha obiettato i motivi che hanno indotto la polizia francese ad arrestare Antonov.

Ufficialmente, infatti, sarebbe stato fermato perche' doveva scontare una condanna di pochi mesi per piccoli reati commessi in Francia. In un secondo tempo, invece, e' emerso che sarebbe stato arrestato perche' girava in bicicletta, di sera, a fari spenti. In realta', la difesa sospetta che sia stato fermato sulla base di una semplice segnalazione che lo dava come l'autore del delitto.

La Corte ha, quindi, raccolto la testimonianza di una giovane squillo russa, sua conoscente; mentre non si e' presentato un altro testimone, quello che in teoria avrebbe avuto il ruolo di 'spia', spifferando alle autorita' francesi che l'uomo dato per morto in Italia in un incidente stradale, era in realta' vivo e vegeto a Nizza, dove abitava. In ultimo e' stato ascoltato il commerciante Enrico De Luca, di Borgomanero, l'uomo che vendette la bombola ad Antonov.

La stessa che provoco' l'esplosione della vettura incendiata e uscita di strada, dentro la quale c'era la vittima.