Coppia sfrattata dorme in giardino a Sanremo. “Siamo stati sbattuti su una strada, chiediamo aiuto”

7 dicembre 2007 | 14:14
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Coppia sfrattata dorme in giardino a Sanremo. “Siamo stati sbattuti su una strada, chiediamo aiuto”

Secondo la testimonianza dei due coniugi, il proprietario li avrebbe sfrattati non per morosità, come solitamente accade in casi similari, ma perché l’agenzia immobiliare aveva affittato loro l’appartamento senza autorizzazione del titolare.

Gettati ai margini di una strada per colpa di uno sfratto esecutivo, marito e moglie, di Sanremo, di 66 e 50 anni, Luigi Campisano e Lina Vecchiè, vivono da due giorni all'addiaccio utilizzando come giaciglio di fortuna la panchina dei giardini. Uno sfratto che, tra l'altro, avviene in condizioni piuttosto singolari. E infatti, non si tratterebbe della solita morosità ma – secondo quanto denunciato al nostro giornale dalla coppia – della presa di posizione del proprietario dell'alloggio (situata al civico 161 di via Lamarmora), ignaro dell'affitto avvenuto da parte di un'agenzia immobiliare della città dei fiori.

Ma vediamo più nel dettaglio. Circa tre anni fa, Lina e Luigi (il marito è anche un invalido civile) si rivolgono a questa agenzia per trovare un appartamento. Pur dovendo pagare un canone mensile di 550 euro al mese (50 sarebbero destinati all'agenzia), per una camera e cucina, accettano e vanno avanti in questo modo per circa due anni e mezzo.

Fintanto, il proprietario non scopre che nel suo alloggio (a sua insaputa) dimorano i due inquilini. Cosa è successo? «Sembra che il proprietario dell'appartamento – spiega Lina – avesse autorizzato l'agenzia ad affittare quella casa per qualche mese all'anno; ma che il suo vero intento fosse quello di vendere l'alloggio. Noi, però, non conoscevamo questi dettagli e circa sei mesi ci siamo visti recapitare la prima istanza di sfratto».

La vicenda è proseguita a lungo, finché i due coniugi sono stati costretti ad abbandonare l'alloggio. «Ci hanno dato tempo dieci giorni per liberarlo – ancora Lina – dopodiché sbaraccheranno tutto. Ora ci rivolgiamo ai Servizi Sociali e chiediamo loro di darci una mano a trovare una nuova sistemazione. Mio marito è invalido e anch'io ho seri problemi di salute. Non possiamo trascorrere la nostra vita ai giardini».