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Ad Imperia la maggioranza è divisa sulla vendita di quote del porto, l’opposizione assiste divertita

13 dicembre 2007 | 15:28
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Ad Imperia la maggioranza è divisa sulla vendita di quote del porto, l’opposizione assiste divertita
Ad Imperia la maggioranza è divisa sulla vendita di quote del porto, l’opposizione assiste divertita
Ad Imperia la maggioranza è divisa sulla vendita di quote del porto, l’opposizione assiste divertita

Forza Italia vuole vendere a privati le quote del futuro porto turistico. Alleanza Nazionale è di parere contrario e minaccia di bloccare l’operazione. Il centrosinistra, intanto, chiede spiegazioni sul contratto di permuta con caltagirone.

Croce e delizia, gioia e dolore, vanto e polemica. Tutto questo è il futuro porto di Imperia, un maxi approdo turistico che dovrà costituire la grande scommessa del capoluogo. Un progetto che, già agli inizi, aveva incontrato una forte opposizione politica. Diversi i temi toccati dall'impatto ambientale alle opere a terra, dal famoso campo pratica di golf fino alla possibile vendita delle quote (notizia di questi giorni).

Intanto ricordiamo che la Porto di Imperia spa è costituita: al 33% dal comune di Imperia, al 33% dall'Imperia Sviluppo (con un gruppo di imprenditori locali) e al 33% dal gruppo che fa riferimento a Francesco Caltagirone. Le percentuali poi in realtà sono diverse se si pensa non alla società Porto di Imperia ma se si pensa all'opera finita. Le cifre sopra descritte riguarderanno infatti solo il 30% dell'opera, mentre il restante 70% è già di Caltagirone che si occupa della realizzazione fisica del progetto, in base ad un gioco di permute. Quindi il comune deterrebbe, in definitiva, del 10% del porto.

Per fare cassa l'amministrazione comunale (notizia confermata dall'assessore al bilancio Rodolfo Leone) vorrebbe ora vendere le quote, ma la mossa, oltre a trovare l'opposizione della minoranza, ha incontrato anche il parere negativo di Alleanza Nazionale.

Il sindaco Luigi Sappa sembra togliersi dal discorso e getta un po' di acqua sul fuoco. "Quando l'Amministrazione Comunale vuole comunicare qualcosa lo fa attraverso il sindaco ed io, fino ad oggi, non ho mai detto nulla – ha dichiarato Sappa – Il discorso è aperto ma non c'è ancora un indirizzo. La presenza dell'ente pubblico nela società sarà analizata valutando tutte le esigenze". Per capire qualcosa di più mi sono uindi rivolto all'assessore all'urbanistica Luca Lanteri (Forza Italia) e al vicedindaco Paolo Strescino (Alleanza Nazionale).

"E' chiaro che il comune ha avuto un ruolo importante nel momento in cui serviva dare impulso al progetto – ha detto Lanteri – Bisogna però ora pensare a come valorizzare, a favore dei cittadini, quel patrimonio che ci troveremo ad avere quando il porto sarà ultimato. Questo non vuol dire che si vuole vendere oggi le azioni".

"Noi non siamo assolutamente d'accordo – ribatte Strescino – E' necessario che il Pubblico abbia sempre una voce in capitolo. Speriamo che di questa possibile vendita di quote, così come se ne è parlato in questi giorni, non arrivi mai alla discussione del consiglio comunale altrimenti saremo pronti a votare contro".

E la minoranza cosa dice ?
"Vendere le quote vorrebbe dire consegnare il porto a Caltagirone" commenta Pasquale Indulgenza di Rifondazione Comunista. "Il buon padre di famiglia non si vende la casa nei momenti di difficoltà – aggiunge Giuseppe Zagarella del PD – eventualmente stringe la cinghia".

"Vorrei tanto vedere il contratto di permuta che è stato stipulato con Caltagirone – prosegue Zagarella – perchè la divisione finale del 70% a suo favore e del 30% della Porto di Imperia riguarderà non numeri azionari, ma opere fisiche ben precise, non vorrei quindi che al Comune fossero destinate zone svantaggiose rispetto ad altre":

Una bella provocazione quella di Zagarella per cui attendiamo lumi dai diretti interessati per aprire una nuova discussione.