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Scalata Antonveneta: sequestri per 40 mln in Liguria. La Procura mette i sigilli all’ex Italcementi

30 novembre 2007 | 15:42
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Scalata Antonveneta: sequestri per 40 mln in Liguria. La Procura mette i sigilli all’ex Italcementi
Scalata Antonveneta: sequestri per 40 mln in Liguria. La Procura mette i sigilli all’ex Italcementi
Scalata Antonveneta: sequestri per 40 mln in Liguria. La Procura mette i sigilli all’ex Italcementi
Scalata Antonveneta: sequestri per 40 mln in Liguria. La Procura mette i sigilli all’ex Italcementi

erreni e fabbricati per un valore complessivo stimato in oltre 40 milioni di euro, riconducibili alla ‘Pmg srl’, societa’ di costruzioni immobiliari facente capo al faccendiere Fiorani, sono stati sequestrati a Imperia e Genova Nervi.

Terreni e fabbricati per un valore complessivo stimato in oltre 40 milioni di euro, riconducibili alla 'Pmg srl', societa' di costruzioni immobiliari facente capo al faccendiere Fiorani, sono stati sequestrati, oggi, dalla Guardia di Finanza, in via d'urgenza, su ordine dei pm milanesi, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, in due ex complessi industriali, di Imperia e Genova Nervi, destinati alla riconversione con destinazione urbanistica di pregio.

Il primo sorge nell'area ex Italcementi di Imperia, dov'e' in programma la costruzione di un complesso residenziale; il secondo nell'area ex Aura di Nervi. Il sequestro degli immobili e' avvenuto contestualmente al sequestro del 34 per cento del capitale societario (che ammonta a circa 17.500 euro) della Pmg, con sede in viale Bianca Maria, a Milano, appartenente ai fratelli Ambrogio e Gianpaolo Marazzina, soci di Fiorani, il cui 25 per cento delle quote era gia' stato sequestrato in precedenza.

Il blitz e' stata operato dai militari di tre reparti della Guardia di Finanza: il Nucleo Speciale di Polizia tributaria, quello di Polizia Valutaria e la sessione di pg di Milano. Il sequestro degli immobili e' stato disposto in via d'urgenza, in quanto i due procuratori – titolari dell'inchiesta sulla scalata Antonveneta – ritenevano che i fratelli Marazzina e Fiorani fossero intenzionati a svendere il patrimonio, per non piu' di 30 milioni, a una societa' fiduciarie lussemburghesi con l'obiettivo di realizzare il depauperamento dei cespiti in capo a Fiorani, con danno alle pretese del tribunale di Lodi.