Lavoro nero e normativa sulla sicurezza, indagati 9 imprenditori di Imperia, Torino e Milano.

2 novembre 2007 | 14:26
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Lavoro nero e normativa sulla sicurezza, indagati 9 imprenditori di Imperia, Torino e Milano.
Lavoro nero e normativa sulla sicurezza, indagati 9 imprenditori di Imperia, Torino e Milano.
Lavoro nero e normativa sulla sicurezza, indagati 9 imprenditori di Imperia, Torino e Milano.

I militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno passato al setaccio numerosi cantieri, scovando una decina di lavoratori in nero e altri irregolari. Il bilancio dei primi dieci mesi del 2007.

Nove imprenditori edili, sei della provincia di Imperia, due di Torino e uno di Milano, titolari di altrettanti cantieri, sono stati denunciati dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, per la violazione della normativa sulla sicurezza, nell'ambito di una vasta operazione che ha portato all'individuazione di una quindicina di lavoratori in nero. I cantieri erano dislocati: tre a Imperia, uno a Prela' e un altro a Pieve di Teco (nell'entroterra di Imperia), due a Ventimiglia e altrettanti a Santo Stefano al mare. Alcuni degli impresari – indagati dalle Procure di Imperia e Sanremo – non avevano nominato il medico competente in materia di sicurezza; altri non avevano fornito ai lavoratori la necessaria formazione nella stessa materia; altri ancora avevano assunto i lavoratori in nero.

C'e' anche il caso di un imprenditore turco, operante a Imperia, che dovra' rispondere della violazione della normativa sull'immigrazione clandestina per ave assunto un proprio connazionale. Ma non e' tutto. Per due cantieri, inoltre in base alla normativa contenuta nel decreto Bersani, e' stata proposta la sospensione dell'attivita', in quanto oltre il 20 per cento dei lavoratori assunti non era regolare.

Dall'inizio dell'anno i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno controllato circa 300 imprese, 240 delle quali edili e le rimanenti, pubblici esercizi: bar, ristoranti e stabilimenti. Sessanta sono gli imprenditori denunciati e 750 i lavoratori controllati; 90 dei quali lavoravano in nero e un'ottantina erano irregolari. Quest'ultimi lavoravano a tempo pieno, ma avevano il contratto part time oppure beneficiavano di contratti a 'lettera di incarico' giornaliera, anziche' di contratti trimestrali e via dicendo.