AVVENIRE DOMENICA 14 OTTOBRE

Italo Faraldi nominato “Cittadino Benemerito”

21 novembre 2007 | 15:14
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Italo Faraldi nominato “Cittadino Benemerito”

In occasione dei festeggiamenti patronali di San Romolo, organizzati in collaborazione con la Famija Sanremasca, sono stati conferiti premi a personalità sanremesi, che hanno contribuito attraverso opere ed attività a dare lustro alla città.

Ieri, in occasione dei festeggiamenti patronali di San Romolo, organizzati in collaborazione con la Famija Sanremasca, sono stati conferiti premi a personalità sanremesi (o per meriti eccezionali anche a soggetti non nati a Sanremo), che hanno fattivamente contribuito attraverso opere ed attività a dare lustro alla città. La massima onorificenza, quella di "Cittadino Benemerito" è andata a Italo Faraldi. Nato a Triora il 1 gennaio 1934, si è trasferito a Sanremo in età scolastica. Specializzatosi in cardiologia ed oculistica, nel 1972 è stato nominato primario presso l'Ospedale Oftalmico di Torino, dove attualmente svolge l'attività di consulente, con la qualifica di "Primario Emerito". Sono poi stati attribuiti i "Premi San Romolo" a cittadini che si sono distinti in ambiti quali lo sport, l'impreditoria, la cultura, le opere sociali.
I riconoscimenti sono andati ad Alessandro Giacobbe per la cultura, Margherita Asseretto Garibaldi per l'imprenditoria, Remo Marmo per le opere sociali, Bartolomeo Nobile per lo sport; infine è stato anche assegnato il premio speciale "Giovane dell'anno" a Fabrizio D'alessandro. I festeggiamenti sono scattati in mattinata presso la cattedrale di San Siro, con la solenne concelebrazione in onore del Patrono, presieduta dal Vescovo Alberto Maria Careggio. Nel pomeriggio, presso il Teatro del Casinò, sono state conferite le onorificenze.
San Romolo vescovo genovese, morì a "Villa Matutiæ", durante un viaggio pastorale, pare il 13 ottobre. A lungo visse presso una grotta sita nell'entroterra matuziano (oggi appunto località San Romolo). Dapprima fu sepolto in città, poi, intorno al 930 d.C., il suo corpo fu traslato a Genova. La devozione nei suoi confronti crebbe a dismisura, tanto che i sanremesi edificarono nel luogo di sepoltura originario, una chiesa (diventata la cattedrale cittadina), dedicandola però a quel San Siro che in quello stesso luogo aveva fatto costruire, secoli prima, il primo altare cittadino.
Tanta fu la venerazione per il Santo, che all'inizio dell'XI secolo la cittadinanza decise di cambiare il nome del paese in "Civitas Sancti Romuli". Tuttavia in dialetto locale il nome veniva declinato come "San Romolo", pronunciato "San Rœmu", che verso il Quattrocento mutò nella forma attuale "Sanremo". La grotta (detta bauma), ai piedi di Monte Bignone, dove il Santo si era ritirato, è stata trasformata in chiesetta.