Circonvenzione d'incapace |
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Dilapida 400 milioni per acquistare filtri d’amore e pozioni magiche: a giudizio la maga Gemelli

16 novembre 2007 | 11:34
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Dilapida 400 milioni per acquistare filtri d’amore e pozioni magiche: a giudizio la maga Gemelli
Dilapida 400 milioni per acquistare filtri d’amore e pozioni magiche: a giudizio la maga Gemelli
Dilapida 400 milioni per acquistare filtri d’amore e pozioni magiche: a giudizio la maga Gemelli

Il gup Eduardo Bracco di Sanremo ha emesso il decreto che dispone il giudizio per Francesco gemelli, di 75 anni, soltanto per i fatti dal 2000 al 2004. Per quelli dal 1984 al 2000 e’ intervenuta la prescrizione.

Il gup del tribunale di Sanremo, Eduardo Bracco, ha rinviato a giudizio con l'accusa di circonvenzione di incapace, Francesca Gemelli, la maga calabrese di 75 anni, abitante a Sanremo, accusata di aver spillato centinaia di milioni di vecchie lire a una donna di 49 anni, di Trevi del Lazio, alla quale, per vent'anni, avrebbe venduto a distanza: filtri d'amore, sortilegi, polveri magiche e altre pozioni, per conquistare l'amore di un uomo, di nascosto dalla famiglia. Il giudice, tuttavia, ha emesso il decreto che dispone il giudizio soltanto per i fatti che vanno dal maggio del 2000 al 2004. Per gli altri episodi, dal 1984 al 2000, ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

Secondo la difesa dell'imputata, sostenuta dall'avvocato Bruno Di Giovanni di Sanremo, quei soldi pagati alla sua cliente (tramite vaglia postali on line) non avrebbero rappresentato il pagamento di filtri magici, ma soltanto la restituzioni di prestiti di denaro. Di parere diverso e' l'avvocato di parte civile, Alberto Pezzini di Sanremo, secondo il quale la maga, per togliere ogni traccia, avrebbe costretto la sua cliente a spedire, oltre che i soldi, anche le ricevute dei vaglia in modo che 'i sortilegi potessero avere effetto'.

All'origine di questa drammatica vicenda, c'e' la fragilita' di una donna, altamente suggestionabile alla magia e con manie di persecuzione. A tutti questi prodotti, la maga avrebbe attribuito poteri benefici che inducevano la malcapitata cliente a versare, con frequenza semestrale, ingenti somme di denaro che venivano corrisposte mediante emissione di vaglia postali on line. La donna sarebbe stata costretta addirittura a vendere casa diversi immobili per reperire il denaro con cui pagare la maga. Spetta ora al giudice l'ultima parola.