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Le tasse comunali nei comuni della provincia di Imperia crescono del 4,9% rispetto al 2006

10 ottobre 2007 | 16:00
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Le tasse comunali nei comuni della provincia di Imperia crescono del 4,9% rispetto al 2006

“La crescita dei tributi locali deve essere intesa nell’ottica della costruzione di un sistema federale compiuto” commenta Sindoni, presidente di Confartigianato

Non è una novità che l’imposizione tributaria nel nostro Paese sia elevata. La novità è che anche a livello locale l’imposizione fiscale ha registrato picchi sensibili di aumento.
Confartigianato Imperia ha voluto approfondire questo aspetto attraverso una ricerca che evidenziasse il livello della pressione fiscale nella nostra provincia, mettendo in evidenza il trend del capoluogo e di tutti i suoi comuni.
A differenza dell’indagine effettuata dal quotidiano Il Sole 24 Ore per il solo capoluogo ed appena pubblicata, il nuovo studio elaborato dalla Confartigianato di Mestre prende in considerazione tutte le tasse comunali (e per questo il dato di Imperia qui risulta maggiorato) e ne calcola la pressione pro capite su tutti i comuni della provincia.
Dall’analisi è emerso che la pressione tributaria nell’imperiese risulta in forte crescita nel 2007, con un aumento della pressione sui cittadini di quasi 5 punti percentuali rispetto al 2006. La causa? Lo sblocco delle aliquote dell’addizionale comunale Irpef, grazie alla Finanziaria 2007, che apporterà nelle casse dei comuni imperiesi maggiori introiti tributari.
Nell’arco di sette anni (tra il 1998 e il 2005) la pressione tributaria comunale in provincia era lievemente diminuita del -3,5%, al netto degli effetti dell’inflazione (prezzi costanti).
Imperia fa registrare nel 2007 una pressione tributaria (553 euro procapite) leggermente inferiore alla media provinciale che è di 558 euro; nel 2007, però, è stato deliberato l’incremento dell’aliquota dell’addizionale Irpef (passata dallo 0,5 allo 0,8), contribuendo a far crescere la pressione nel capoluogo del 16,3% rispetto al 2006. Nell’arco dell’ultimo decennio, comunque, la crescita reale della pressione non va oltre il 2,9%.
A Ventimiglia l’innalzamento dell’addizionale Irpef (dallo 0,5 allo 0,6) ha contribuito all’aumento della pressione tributaria tra il 2006 il 2007 del 2,2%, per un valore sul cittadino di 553 euro, che pone il comune tra i primi della provincia. Nell’ultimo decennio la pressione tributaria comunale è aumentata di 8,8 punti percentuali al netto dell’inflazione, seguendo un trend superiore a quello medio provinciale (4,1%).
Tra le città principali della provincia, Bordighera presenta nel 2007 il livello più elevato di pressione tributaria (800 euro procapite), con una variazione percentuale di 3,5 punti rispetto al 2006. Nell’arco dell’ultimo decennio, la crescita della pressione in termini reali è stimata in un +13,5%, ben al di sopra della variazione media locale.
La pressione tributaria comunale di Sanremo (518 euro per abitante) risulta leggermente inferiore (è diminuita di appena 1 punto percentuale annuo in termini reali) alla media provinciale. Nonostante le entrate del Casinò, il carico tributario di Sanremo è inferiore di appena 35 euro a quelle di comuni come Imperia e Ventimiglia, collocando la città dei fiori tra i primi 20 comuni della provincia.
Ben oltre la soglia della media comunale si collocano Diano Marina (1.149 euro per cittadino), San Bartolomeo al Mare (1.123 euro) e Cervo (1.009 euro).
Per una corretta lettura dei dati, specialmente quelli riguardanti i piccoli centri, si fa notare che incide sensibilmente la variabile dell’ICI sulle seconde case, elemento legato alla vocazione turistica di queste zone, producendo una sovrastima della pressione tributaria comunale.

Lo studio ha analizzato anche la dinamica della pressione tributaria provinciale e regionale. Nonostante una crescita di oltre il 200% in termini reali tra il 1998 e il 2007, il carico fiscale della Provincia di Imperia rimane su valori poco consistenti (79 euro nel 2007), specie se paragonati a quelli dei comuni o della Regione.
Diversamente, grazie alla generale riforma del sistema di finanziamento delle Regioni (fine anni ’90) che ha ampliato le risorse derivanti dai tributi statali, la Regione Liguria ha potuto beneficiare di una sensibile diminuzione della pressione tributaria sui propri cittadini (-33,3% tra il 1998 e il 2005); tuttavia, l’ultimo biennio coincide con una inversione di tendenza anche per il fisco regionale, cresciuto di quasi il 21% tra il 2006 e il 2007.

Commenta il presidente Antonio Sindoni:
La crescita dei tributi locali deve essere intesa nell’ottica della costruzione di un sistema federale compiuto, che si fonda anche sull’assunzione di una maggiore responsabilità da parte degli enti periferici, compresi i Comuni. Si tratta di un percorso che, oltre ad un controllo della spesa, contempla anche possibili aumenti della leva fiscale locale, al fine di garantire servizi efficienti e rispondenti alle reali esigenze del territorio.
All’aumento della pressione fiscale locale si somma la crescita delle imposte statali. Il fatto è che il cittadino, l’imprenditore non sentono ritorni palpabili dai maggiori esborsi. Gli adempimenti per chi lavora sono sempre più numerosi e costosi e non si rileva un’adeguata politica di contenimento degli sprechi.
Sicuramente il sistema impositivo fiscale va rivisto, anche se la pressione fiscale locale non può diminuire a causa dei minori introiti provenienti dal Governo. I più svantaggiati in questo caso sono i piccoli comuni che non possono disporre di adeguate risorse. Chiediamo però che i comuni più “ricchi” utilizzino in maniera più attenta i proventi dei tributi, in modo che il cittadino possa riscontrarne il ritorno in termini di efficienza dei servizi e di miglioramento delle strutture e infrastrutture sul territorio.
Allo Stato chiediamo, in più, di rendere la vita più semplice a chi lavora, senza appesantirla continuamente con nuovi, costosi e spesso inutili adempimenti burocratici.